Non sono bravissima a cucinare insieme ad altre persone. Per dirla meglio, posso farlo solo in due condizioni: o con persone che sanno cucinare, per cui, ci si divide i compiti ed ognuno sa cosa deve fare, oppure con persone che non sanno cucinare, ma son capaci di seguire pedissequamente le mie direttive, senza azzardare apporti personali. Le condizioni intermedie sono, dal mio punto di vista, solo una gran perdita di tempo.
In realtà, esiste una terza opzione: cucinare assieme a distanza. Può sembrare strano, ma non lo è. Ad esempio, ricordo quando, ai tempi d'oro del forum de La Cucina Italiana, essendo gli utenti non sono in Italia, ma sparsi un po' in giro per il mondo, si stabilì un menu e, compatibilmente con i fusi orari, lo si cucinò in contemporanea.
Un' altra maniera per cucinare insieme a distanza è quella di scegliere una ricetta e prepararla ognuno a casa propria, confrontandosi, poi, su risultati, difficoltà, tips and tricks.
Teresa De Masi, l'admin del forum Gennarino.org, lancia spesso di queste iniziative. Una delle ultime aveva come tema una ricetta dello chef Peppe Guida, del Ristorante Nonna Rosa di Vico Equense: il delicato sorrentino. Quando la ricetta è stata proposta, ero in vacanza, per cui ho dovuto aspettare di rientrare per procurarmi il necessario e procedere. Purtroppo, non ho trovato il formato di pasta usato dallo chef (il mischiato delicato del Pastificio dei Campi), ma ho comunque impiegato una pasta di Gragnano.
Riporto la ricetta, così come è stata postata da Teresa, (che ha avuto la fortuna di vederla preparare da Peppe Guida in persona) corredandola con le mie modifiche e le mie osservazioni. Per la discussione sulla ricetta, vi rimando qui.
Delicato Sorrentino
320 g mischiato delicato del Pastificio dei Campi
(io pasta mista di Gragnano IGP)
600 g di pomodori datterini gialli in succo
2 spicchi d’aglio
200 g mozzarella di bufala campana dop
Parmigiano Reggiano stravecchio q p (lo chef suggeriva anche un caciocavallo o un provolone, importante che siano ben stagionati)
100 g di panna (sarebbe meglio di bufala, ma non si può avere tutto dalla vita)
50 g di pesto
60 g olio e.v.o. di tipo fruttato leggero
Pepe nero di sarawak q.b. (omesso causa gastrite...)
Sale di trapani q.b. (io sale "plebeo")
1 limone non trattato, preferibilmente di costiera
20 foglioline di basilico
Lecitina di soia (una punta di coltello)
Preparazione
Mettere a bollire dell’acqua.
In una casseruola mettere l’olio e l’aglio (tenendo da parte un po’ di olio per l’aggiunta finale) , far soffriggere dolcemente a fuoco basso e aggiungere i pomodorini. Aumentare il calore, in modo che il sugo prenda subito il bollore (importante perché i pomodorini non si disfino) senza e aggiungere la pasta e portare a cottura "risottando", aggiungendo cioé acqua bollente un po’ per volta.
Tagliare quindi a dadini a mozzarella e strizzarla, in modo da recuperarne il latte. Sistemarla quindi sul fondo del piatto, condirla con il pesto e dare una leggera grattugiata di limone. Preparare la schiuma di latte, montando il latte recuperato dalla strizzatura della mozzarella mescolato alla panna, aggiungendo la lecitina. Ho aggiunto la lecitina, perché sul forum avevo letto delle difficoltà incontrate nell'ottenere la schiuma ed ho pensato che l'aggiunta di un agente emulsionante ne avrebbe agevolato la formazione e così è stato.
Una volta ultimata la cottura della pasta - prestare attenzione che non diventi troppo asciutta: è importante che questa rimanga avvolta in un sugo cremoso ma leggermente liquido, come si vede dalle foto - regolare di sale pepe e sistemare nel piatto.
Spolverare di formaggio e aggiungere la schiuma di latte di bufala. Aggiungere quindi una ulteriore grattugiata di scorza di limone e rifinire con giro di olio e foglioline di basilico.
Piatto delicatissimo, ma dalle tante sfumature di sapore. Mi faccio un unico appunto: avrei, forse, dovuto mantenere il piatto un po' più brodoso (anche se lo era più di quanto appaia dalla foto), ma si vede che, poiché la nostra tradizione contempla sempre primi asciutti (vedi la pasta e fagioli che, altrove, è una minestra, mentre, da noi, è densa) mi son fatta prendere la mano dall'abitudine. A questo punto, ho una gran voglia di andare a provare l'originale...
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