Ci ho messo un po' a riprendermi dall'ondata di emozioni suscitatami dal primo collegamento muffin-libro per l'MTC. Ho quindi deciso che la mia seconda proposta:
a) avrebbe avuto un'ispirazione più leggera
b) sarebbe stato un muffin salato.
L'ispirazione leggera sono andata a cercarla nella musica e non in quella che ascolto oggi (per dire, la vedo dura collegare Leonard Cohen ad un muffin...), ma in quella che ha accompagnato tutta la mia adolescenza: la musica di Lucio Battisti.
Io ho una mia personalissima teoria, secondo la quale gli anni dell'adolescenza siano anni in cui la musica che ascoltiamo ci dà un imprinting, che la musica che ascolteremo successivamente non sarà più in grado di darci.
L'imprinting è un comportamento appreso e stereotipato: appreso perché è un comportamento che, in assenza dello stimolo appropriato, non si manifesta e stereotipato perché, una volta esposti allo stimolo, gli animali attuano quel comportamento senza deviare dal programma che lo stimolo ha installato in loro. Tuttavia, perché il programma si installi, l'esposizione allo stimolo deve avvenire nei limiti di una finestra temporale abbastanza ristretta. Superato quel momento, nessuno stimolo, per quanto corretto e per quanto prolungato, riuscirà più ad evocare quella risposta.
Ecco, io credo che l'adolescenza sia una finestra temporale, durante la quale la musica che ascoltiamo si "installa" in noi, evocando emozioni particolarissime ogni volta che l'ascolteremo, anche a decenni di distanza.
Per me, come dicevo, questo ruolo lo ha svolto Battisti. La cosa potrebbe sorprendere un tantino, vista la mia lontananza ideologica da lui e il neppure tanto velato maschilismo della coppia Mogol-Battisti. Tuttavia, credo che, al di là degli inviti a concedersi in cambio di una moto, al di là della galleria di maschi fedifraghi, accampanti l'eterna giustificazione del "era un gioco e non un fuoco" e che, colti un attimo prima della flagranza di reato, ribaltavano la situazione con un "combinazione ho un po' di champagne, se vuoi", quelle canzoni esprimevano anche tutta una vasta gamma di sentimenti, nelle quali l'adolescenza, che è un ribollire di emozioni per definizione, non poteva non riconoscersi.
E, a proposito di "era un gioco e non un fuoco", quella canzone (Eppur mi son scordato di te) contiene l' immortale verso: "non piangere, salame, dai capelli verde rame". Salame? Ecco l'ingrediente per i miei muffins! Quanto al verde, è stato assicurato dall'erba cipollina e da una meravigliosa senape al pepe verde, che ha dato quel tocco in più, che li ha resi speciali.
Anche stavolta ho dimezzato le dosi indicate da Francesca. Ho dovuto aggiungere un po' di latte, forse a causa delle dimensioni dell'uovo che ho usato.
Muffins al salame e senape al pepe verde
Ingredienti secchi
Farina 00 150 g
Pecorino grattugiato 2 cucchiaini
Lievito chimico per torte salate 4 g
Bicarbonato di sodio 1/4 di cucchiaino
Sale 1 pizzico
Ingredienti liquidi
Uovo 1
Burro 50 g
Latte 70 ml
Senape al pepe verde 2 cucchiaini
Inoltre
Salame 40 g
Erba cipollina
In una ciotola, sbattere l'uovo con il latte; aggiungere il burro ammorbidito, il sale (davvero un pizzico, perché gli altri ingredienti conferiscono sapidità), la senape ed amalgamare il tutto. Infine, aggiungere il salame a dadini e l'erba cipollina tritata.
In un'altra ciotola, setacciare la farina, insieme al lievito ed al bicarbonato. Aggiungere il pecorino e mescolare. A questo punto, versare, nella ciotola degli ingredienti secchi, gli ingredienti liquidi e mescolare rapidamente, giusto il minimo indispensabile per amalgamare il tutto. Distribuire il composto nei pirottini da muffins, inseriti nella teglia da muffins ed infornare a 180 gradi, per 15-20 minuti.