Le feste sono ormai al rush finale e, sinceramente, credo che, per un po', non vorrò più vedere cibo, né da mangiare, né da cucinare. Ovviamente, sono solo buoni propositi da inizio anno: lo so che, ben presto, la voglia di rimettere le mani in pasta tornerà.
E, a proposito di mani in pasta, dopo aver cercato di resistere, anch'io ho ceduto alla tentazione di provare a fare il pandoro. Ahimè, un mezzo flop... Non so cosa sia successo: il primo impasto era incordato benissimo, ma, quando sono andata ad aggiungere gli altri ingredienti, benché lo abbia fatto lentamente ed abbia costantemente controllato la temperatura, l'incordatura si è persa inesorabilmente.
Mezzo flop, perché l'ho cotto comunque e, alla fine, non era aereo come un pandoro dovrebbe essere, ma era lievitato e, tutto sommato, decente.
Ciò non toglie che il mezzo insuccesso mi sia bruciato un po'. Avevo, quindi, bisogno di "far pace" coi lievitati e così mi son messa a panificare. Ho scelto dalla "to do list" dei panini col latticello del mio amico Roberto, che avevo adocchiato da un po'. E pace coi lievitati fu.
Sourdough buttermilk bread
Per il latticello
Yogurt intero 250 g
Latte 50 g
Succo di limone 1 cucchiaio
Per la biga poolish
Farina debole 200 g
Acqua a t.a. 200 g
Lievito di birra 5 g
Impastare tutti gli ingredienti brevemente, coprire e far lievitare per 24 h.
Per l'impasto finale
Farina forte 600 g
Latticello
Biga poolish
Acqua 300 g
Sale 2 cucchiaini
Versare in una ciotola il latticello ed il poolosh, unire la farina in più riprese, battendo energicamente l'impasto. Unire gradatamente l'acqua, alternandola alla farina, fino ad ottenere un impasto morbido, ma non appiccicoso. Aggiungere il sale e farlo incorporare all'impasto. Far lievitare fino al raddoppio in una ciotola unta d'olio.
Formare i panini, vaporizzarli d'acqua e cospargerli di abbondante farina. Far lievitare fino al raddoppio. Incidere la superficie con una lametta ed infornare a 180 gradi per circa 40 minuti.
Si tratta di un impasto che necessita di essere lavorato a lungo, sbattendolo con forza, in modo che prenda corda.
Bella ricetta! Ovviamente, dopo la prima metà della prima giornata dell'anno trascorsa in ufficio, la parte che mi piace di più è quella del *sbattendolo con forza, in modo che prenda corda*..... ogni colpo = un nome!
RispondiEliminaBaci ed auguri Mariella!
Nora