venerdì 27 aprile 2018

La mia Sheperd's Pie per il Club del 27

Ed eccoci al consueto appuntamento col Club del 27. Questo mese, abbiamo studiato un libro, che racchiude nel suo titolo l'ispirazione che lo ha generato. "Bring it!" di Ali Rosen, raccoglie, infatti, ricette che si prestano ad essere portate a casa di qualcun altro, in quelle occasioni, sempre più frequenti, in cui ognuno porta qualcosa, per evitare di sovraccaricare di lavoro la padrona di casa.
Io ho scelto la Sheperd's Pie, perché volevo confrontarla con la ricetta presente sul quaderno della mia mamma. In effetti, questa del libro è abbastanza diversa: più ricca, più aromatizzata e, in definitiva, più buona.

Sheperd's Pie

Per il topping

500 g                              Patate rosse
45 g                                Burro
60 ml                              Latte
1                                     Tuorlo
1 cucchiaino                   Sale

Per il ripieno

30 g                                Burro
1                                     Cipolla dorata
120 g                              Carote
4 spicchi                        Aglio
500 g                             Carne di agnello tritata
20 g                               Farina 00
240 ml                           Brodo di carne
120 g                             Piselli
80 g                               Mais in scatola
1 cucchiaio                    Salsa Worchestershire
4                                    Chiodi di garofano in polvere
2 rametti                        Rosmarino
2 cucchiai                      Prezzemolo tritato
1 cucchiaino                  Sale
1 cucchiaino                  Pepe di mulinello

Pelare le patate e taglierle a pezzi. Mettere le patate in una pentola piena di acqua salata e portare a bollore. Cuocere per 10-15 minuti, fino a che le patate saranno tenere. Scolarle e rimetterle nella pentola. Con una forchetta, schiacciare grossolanamente le patate e aggiungere il burro, il latte, il tuorlo e il sale, amalgamando il tutto. La consistenza granulosa delle patate schiacciate aiuterà a creare una crosticina dorata. 
Preriscaldare il forno a 200 gradi.
Mettere sul fuoco un largo tegame e aggiungerci il burro. Una volta sciolto, unire la cipolla e la carota tritate e cuocerle per qualche minuto finché iniziano a dorarsi. Unire gli spicchi d'aglio e la carne di agnello e cuocere ancora 4-5 minuti, senza mescolare troppo. Aggiungere il brodo, la salsa Worchestershire, i chiodi di garofano, il sale, il pepe e portare a bollore. Abbassare la fiamma e cuocere ancora 10 minuti. Spegnere ed unire i piselli, il mais sgocciolato e sciacquato, il prezzemolo e gli aghi di rosmarino. Assaggiare per controllare che sia giusto di sale.
Ungere una pirofila e versarci la carne. Coprire con il composto di patate, distribuendolo con un cucchiaio.
Infornare per 20-25 minuti, fino a che inizia a dorarsi.
Sfornare e attendere 10 minuti, prima di servire.




mercoledì 18 aprile 2018

Ile Flottante salata

La versione "creativa" della tortilla per l'MTC n. 72 mi ha creato qualche problema. Avrei voluto fare un cono o un cestino di patata, ripieno di uova strapazzate, ma, nonostante i vari tentativi, non c'è stato verso di ottenere un contenitore che stesse assieme. Mi son quindi dovuta spremere le meningi per trovare un'altra idea. 
Certo le patate fanno subito pensare a Cracco e, di conseguenza, al suo tuorlo marinato, oppure al tuorlo fritto, ma poi ho pensato che che, nella mia tradizione, c'era un uovo che si prestava molto bene: l'uovo alla monachina. E così è nata la mia Ile flottante salata. Spero che Mai apprezzi.

Ile flottante salata

Per la crema di patate

 400 g                             Patate
q.b.                                 Brodo vegetale
25 g                                Burro
1 pizzico                         Zafferano
q.b.                                 Sale
Lessare le patate e schiacciarle. Aggiungere il brodo vegetale caldo, in cui si sarà sciolto lo zafferano, in modo da ottenere una consistenza fluida, simile a quella di una crema inglese.

Per le uova di quaglia alla monachina

Vedere qui

Per le meringhe salate (Montersino)

30 g                         Albume
3   g                         Inulina
3   g                         Maltitolo
q.b.                          Sale
Montare a neve soda l'albume, aggiungendo l'inulina ed il maltitolo e il pizzico di sale. Mettere sul fuoco un pentolino con dell'acqua. Quando l'acqua inizia a fremere, formare, con l'aiuto di due cucchiai, delle quenelles e adagiarle nell'acqua. Girandole delicatamente, farle cuocere per un paio di minuti, quindi sollevarle con una schiumarola e poggiarle su un foglio di carta da cucina.

Montaggio

Mettere in una coppa Martini la crema di patate e poggiarvi sopra una quenelle di meringa ed un uovo alla monachina. Decorare con ciuffetto di rosmarino.







venerdì 13 aprile 2018

Namastè

Namkeen è una parola indiana che, grosso modo, si può tradurre come "salatini" e si riferisce a diverse preparazioni salate, appunto, che si mangiano come stuzzichini. Io le A-D-O-R-O, in particolare il dalmoth, che è la versione che comprende le lenticchie. 
Ho chi mi vuole bene e che, di tanto in tanto, me li porta dall'India o dall'Inghilterra ed io stessa, se capito a Roma, faccio un salto da Castroni a comprarli, ma mi sono chiesta se fosse possibile prepararli in casa. 
Ovviamente, in rete, si trova tutto e, tra gli altri, mi sono soffermata su questo video, dove viene mostrata la versione casalinga del mio stuzzichino preferito. Ho fatto un primo tentativo, che era passabile, ma che mi ha fatto capire che era necessario qualche aggiustamento. 
a) Innanzitutto, i mung beans, benchè li abbia lasciati a mollo anche più di quanto indicato nel video, dopo la frittura, sono rimasti comunque duri come pietruzze ed ho dovuto scartarli. 
b) Il metodo della grattugia per fare i "trucioli" di farina di ceci funziona, ma uno schiacciapatate funziona mooolto meglio! L'importante è azzeccare il giusto grado di umidità dell'impasto che non dev'essere troppo molle, altrimenti si appiccicherà dappertutto, nè troppo duro, altrimenti ci vorrà Hulk per farlo uscire dai forellini dello schiacciapatate. 
c) Tra le spezie indicate nel video, non figura l'assafoetida, ma, dopo aver assaggiato il frutto del mio primo tentativo, ho capito che era necessaria. Lo so, lo so, assafoetida ed amchoor non sono spezie che si trovano nel supermercato sotto casa, ma santo Amazon può provvedere a recapitarvele a domicilio.
Alla fine, visto che ho dovuto scartare  i mung beans e che non ho trovato altre lenticchie se non quelle "normali", ho usato solo quelle. Ovviamente, arachidi e anacardi crudi manco a parlarne, per cui ho usato quelli tostati e non li ho fritti. Per le spezie, mi sono regolata un po' ad occhio, assaggiando e correggendo.

Dalmoth

200 g                         Farina di ceci  
2 tbs                          Olio evo
70 ml                        Acqua
                                 Sale
70 g                          Lenticchie
2 tbs                         Arachidi   
2 tbs                         Anacardi
                                Olio per friggere
                                Sale
                                Cumino
                                Polvere di peperoncino 
                                Amchoor
                                Assafoetida  

Impastare la farina di ceci con l'acqua, l'olio e il sale, come mostrato nel video. Lasciar riposare l'impasto, avvolto nella pellicola. 
Mettere le lenticchie a mollo in acqua calda per un paio di ore. Trascorso questo tempo, scolarle e asciugarle bene con della carta da cucina. Metterle in forno a 50 gradi  fino a che saranno completamente asciutte. Friggerle in olio caldo per qualche minuto. Appena salgono a galla, rimuoverle con una schiumarola e metterle su carta assorbente, per eliminare l'eccesso di olio. Far passare l'impasto di farina di ceci attraverso i fori di uno schiacciapatate, tagliandoli con un coltello alla lunghezza di 2-3 cm. Scolarli appena imbiondiscono e metterli su carta assorbente. Mescolare tutto con le spezie, le arachidi e gli anacardi.


            

mercoledì 11 aprile 2018

Vamonos!

Insomma, non abbiamo fatto in tempo a riprenderci dalla rivoluzione del Mag About Food, che quel diavolo di donna di Alessandra si è inventata un altro sommovimento. Da settembre, l' MTC diventa, ancor più di prima, una scuola e le sfide di di aprile, maggio e giugno diventano l'occasione per selezionare chi parteciperà alla classe che inizierà  dopo le vacanze estive. Non più un solo vincitore, quindi, ma 8 selezionati per ogni mese.
Questo mese, per chiudere il cerchio, la sfida proposta da Mai è sulla tortilla di patate, piatto iconico del Paese da cui proviene la nostra geniale grafica e che era stata oggetto della primissima sfida. Nostro compito sarà rifare una versione tradizionale della tortilla ed una creativa. 
Ovviamente, per scaldare i motori, sono partita da quella classica. Per imparare a fare una perfetta tortilla vi rimando all'esauriente post di Mai. Io mi sono limitata a piccole variazioni: ho aggiunto del cumino, spezia che adoro, dell'erba cipollina ed ho mescolato patate "normali" a 3 patate viola. L'aggiunta delle patate viola non è dovuta al desiderio di fare la faiga, ma a semplice economia domestica: avevo queste patate viola che mi giravano per casa dai tempi della sfida sull'affumicatura, dovevo pur utilizzarle in qualche modo. E, poi, la tortilla, con quel tocco di verde e di viola, è carina, no?