Lo so, lo so, il primo post dopo le feste dovrebbe avere come oggetto una ricetta leggera e disintossicante, per venire incontro ai buoni propositi di dieta ferrea che tutti o quasi abbiamo fatto ad inizio anno. Ed io, invece, me ne vengo fuori con un fritto... Il fatto è che, quando il figlio stenofago avanza una richiesta, come faccio a dirgli di no? Tanto lui è sottopeso... E non è l'ansiosa mamma italica che parla (tra l'altro, a me, lui piace così...), lui è oggettivamente molto magro. In più, la richiesta conteneva, implicitamente, anche una sfida: "vediamo se sei capace di fare dei bocconcini di pollo fritto migliori di quelli del fast food". Come ho già avuto occasione di dire, la mia strategia per contrastare il cibo spazzatura è da sempre consistita nel non demonizzarlo, da un lato e, dall'altro, nel cercare di rifare in casa, con ingredienti di prima qualità, le cose più apprezzate dai ragazzini.
Il pollo fritto è una delle "colonne" della cucina statunitense, specie di quella del Sud. Nel nostro immaginario collettivo, tutti abbiamo il fotogramma di una qualche Mamie, dai fianchi generosi ( e per forza! con tutto quel fritto!) impegnata a friggere il suo pollo, rivendicando la detenzione della migliore ricetta possibile.
In effetti, come sempre capita con le ricette "tradizionali", esistono numerose varianti. Diciamo che il denominatore comune, gli steps che non si possono assolutamente omettere sono: la marinatura nel buttermilk, il passaggio nella farina (che non deve, necessariamente, essere di frumento, trovandosi spesso anche l'impiego di quella di mais) e, ovviamente, la frittura (anche se esiste qualche versione "light", che prevede la cottura in forno, ma questa è una concessione ai tempi moderni).
Vista la gran varietà di ricette possibili, mi son permessa di prendermi qualche libertà con la marinatura. Tanto per cominciare, qui da noi il buttermilk non si trova ed io l'ho sostituito con del siero avanzatomi dalla preparazione delle caciottine, mescolato con yogurt, a cui ho aggiunto salsa di soia, Worchestershire e Tabasco. Io ci avrei messo anche dello zenzero grattugiato, ma il sopracciglio alzato del figlio mi ha fatto desistere dal proposito. Ho immerso i dadini (meglio farli piuttosto piccoli: non solo cuoceranno meglio, ma risulteranno anche più croccanti) di pollo nella marinata e ce li ho lasciati per 24 ore, ovviamente in frigo. Trascorso questo tempo, ho sgocciolato ben bene il pollo dalla marinata ed ho infarinato i dadini e li ho fritti in olio caldo. Li ho serviti con del ketchup (ci sarebbe stata bene questa salsa qui, ma ci ho pensato troppo tardi) ed una julienne di carote viola, condite con una vinaigrette.
E mio figlio ha detto che ho vinto la sfida. Non che ci volesse molto, diciamo la verità...
Cosa non si fa per i nostri figli!!!! Direi che te la sei cavata alla grande ... come sempre del resto!
RispondiEliminaBrava Mariella e al bando le ricette light!
Nora
E' uno dei miei obbiettivi, rifare in maniera un pò più sana, le "merende" da fast food.
RispondiEliminaFarò finta di essere in Georgia e mangiarmi un bel pezzo di pollo fritto, naturalmente con le mani, mentre mangio questi deliziosi bocconcini...ma dopo aver perso per strada qualche kg ;)
Buon anno
Isabel
Che voglia me ne hai fatto venire! E son d'accordo con te, una grattugiatina di zenzero ci sarebbe stata benissimo, ma anche qui la figlia inarcherebbe il sopracciglio, mannaggia :)
RispondiEliminaAvere un figlio stenofago è un bel problema, ma vedo che sei bravissima ad aggirare gli ostacoli! :)
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