E' incredibile: per quanto attentamente uno legga e rilegga le regole, si finisce comunque col fare degli errori... Ed è stato così che, con la mia ricetta precedente per l' MTC, stavolta, son finita fuori concorso. Ma non mi son persa d'animo: avevo già in mente un'altra versione e l'ho fatta, sperando di non aver mancato nulla.
Date le mie origini ischitane, il coniglio è una carne che è sempre stata presente sulle nostre tavole e questa sfida mi è sembrata un'ottima occasione per provare a cucinarlo in maniera diversa da quella tradizionale di mia nonna.
Spezzatino di coniglio alla senape con olive (x 3)
Coniglio disossato 500 g
Patate novelle 400 g
Olio evo 60 ml
Olive di Gaeta 70 g
Senape di Digione 1 cucchiaio
Aglio 1 spicchio
Vino bianco 1/2 bicchiere
Brodo 2 mestoli
Burro 1 noce
Farina 1/2 cucchiaio
Sale
Tagliare il coniglio in dadi. Rosolare nell'olio lo spicchio d'aglio in camicia. Aggiungere i pezzi di coniglio e farli rosolare da tutte le parti. Sfumare col vino, in due riprese. Aggiungere le olive snocciolate e le patate, ben lavate e spazzolate, rosolare un po' anche quelle, aggiungere un mestolo di brodo, coprire e fare cuocere a fuoco lento per 45 minuti. Di tanto in tanto, girare e, se necessario, aggiungere ancora un po' di brodo (io ho usato mezzo cucchiaio del mio dado Bimby, sciolto in acqua). Quindici minuti prima della fine della cottura, aggiungere il fegatino, la senape (può sembrare tanta, ma ci vuole; io, inizialmente, ne avevo messa 2 cucchiaini, ma, dopo aver assaggiato, ne ho aggiunta ancora, perché non si sentiva a sufficienza) ed un roux, preparato impastando il burro morbido con la farina.
Come accompagnamento, ho scelto di affrontare un pane con un impasto ad alta idratazione. Gli impasti con un'elevata percentuale di acqua mi hanno sempre un po' intimorita: mi sembrava di non esser capace di gestire una massa così molle, temevo di ottenere una piadina, anziché un pane, ma, fedele allo spirito di sperimentazione che da sempre anima l'MTC, ho pensato che questa fosse l'occasione giusta per cimentarmi. E, pur avendo dovuto operare degli aggiustamenti in corso d'opera, il risultato è stato di grande soddisfazione.
Ciabatta con poolish ed autolisi
(dal blog Profumo di lievito)
Ingredienti
Farina Manitoba 250 g
Acqua 225 g
Sale 10 g
Lievito di birra 2,5 g
La sera prima, preparare un poolish con 100 g d'acqua, 100 g di farina e 0,5 g di lievito. Coprire e lasciar lievitare tutta la notte.
Per l'autolisi, impastare 75 g di farina con 50 g di acqua, coprire e lasciare lì tutta la notte.
Il mattino dopo, mettere nella ciotola della planetaria il poolish, la massa autolitica, il resto della farina e 50 g di acqua. Impastare lentamente con la foglia, aumentando la velocità ad 1,5, dopo 3 minuti. Aggiungere il sale (io ho raddoppiato la dose, rispetto a quella indicata da Adriano, perché ho assaggiato l'impasto e mi sembrava sciapo) e fare incordare. Quando l'impasto si stacca dalla ciotola, aggiungere a filo il resto dell'acqua, in più riprese. In questa fase, bisogna procedere molto lentamente, evitando di aggiungere più acqua di quanta la farina possa assorbirne. Montare il gancio e continuare ad impastare a velocità 1,5, capovolgendo ogni tanto l'impasto, fino a che la massa apparirà liscia ed incordata.
Ecco, a questo punto, la mia massa non appariva né liscia, né incordata... Ho resistito alla tentazione di aggiungere altra farina ed ho rovesciato l'impasto sulla spianatoia, provando ad incordare manualmente. Ho dato le "famose" 100 sbattute sulla spianatoia infarinata e, con mia grande soddisfazione, ho sentito l'impasto che prendeva nerbo e consistenza sotto le mie mani. Ho avvolto l'impasto a palla e l'ho lasciato lievitare, coperto a campana, fino al raddoppio. Ho spezzato l'impasto in due ed ho arrotolato ogni pezzo, senza stringere. Ho coperto nuovamente e lasciato riposare 20 minuti. Trascorso questo tempo, ho dato le pieghe a tre, ho coperto a fatto riposare ancora 15 minuti. A questo punto, ho formato i filoni, allungando con delicatezza i due impasti. Ho spruzzato d'acqua le ciabatte ed infornato (sarebbe meglio usare la refrattaria, ma io ho rotto la mia...) a 250 gradi per 8 minuti, proseguendo per altri 8 a 180 gradi. E questo è il risultato: una mollica soffice e ben alveolata, perfetta da inzuppare nel sughetto dello spezzatino.
Capita, meno male avevi già in mento un'altra proposta. In casa nostra il coniglio, che solitamente viene fatto arrosto o ripieno, in ogni caso è IL piatto di mia nonna materna, nonostante il mio l'impegno il suo è sempre più buono. Mi piace molto questa tua versione di spezzatino, e l'uso della senape gli da sicuramente quel tocco in più. Il pane poi è spettacolare. Brava!!
RispondiEliminaMarta
io la ricorderò sempre, la tua partecipazione a uno dei primissimi mtc, con il coniglio all'ischitana. E da genovese non posso che ammirare questo spezzatino, che, pur differendo in alcuni ingredienti dal coniglio alla ligure, nasce in un ambiente molto simile: terre pietrose, affacciate sul mare, in cui la natura è stata prodiga di bellezze, ma avara di altri doni- e ci si arrangia, con quello che si trova. Non so se a te capita, di veder facce inorridite, ogni qualvolta parli di conigli in pentola: a me sì, e mi dispiace, considerata la delicatezza e la versatilità di questa carne: nella tua interpretazione, si arricchisce di sapori più intensi e pungenti, dei quali costituisce un'ottima base, per un risultato finale di grande impatto. Sul pane, mi arrendo: l'alveolatura è da lievito madre... il che conferma la mia nuova teoria- e cioè, che finire ogni tanto fuori concorso, fa bene ;-) Grazie infinite, per averci riprovato e averlo fatto in questo modo.
RispondiEliminaMariella che favola il tuo coniglio!
RispondiEliminaPer non parlare del pane!
Ti vedo già vincitrice, alla faccia dei fuori gara!!!!
Baci.
Nora
Il tuo coniglio ha veramente un bell'aspetto e sicuramente dev'essere molto buono. Bella soddisfazione essere riuscita a fare un pane un po' speciale! Hai fatto bene a replicare con una nuova ricetta! A presto
RispondiEliminaPremetto che questo spezzatino me lo faccio tutto per me , perché maritozzo non mangia coniglio e ogni volta non lo cucino mai perché lo mangerei sola, ma mi hai fatto venire troppa voglia...e ora che ho una planetaria anche io... La ciabatta di Adriano la faccio ..perché quella nella foto che hai fatto ètroppo bella..baci, Flavia
RispondiEliminaQuando hai in mente una cosa ben precisa è facile dimenticarsi di qualche dettaglio e si finisce fuori concorso. Adoro il coniglio e mi piacerebbe sicuramente il tuo spezzatino e vorrei farti vedere la prima ciabatta che ho fatto, mai nome fu più appropiato ;-)
RispondiEliminaUn bacio