lunedì 14 ottobre 2013

New York parte III

Ancora una volta, l' MTC ci riporta negli Usa, avendo come tema l'american breakfast. E, inevitabilmente, riporta la mia memoria ai giorni in cui vivevo a New York. In effetti, il mio primo impatto con le abitudini statunitensi in fatto di prima colazione non fu dei migliori. Ricordo la prima mattina, dopo il mio arrivo in terra americana, mentre - ancora stordita dal jet lag ed un po' sottosopra all'idea di quello che mi aspettava: un nuovo progetto, nuove persone, un nuovo laboratorio - mi dirigo verso la cafeteria della Rockefeller University. Appena entrata, vengo investita da un olezzo di uova fritte e bacon sfrigolante, che, di prima mattina, mi causa una leggera sensazione di nausea. Preso un vassoio, inizio a girare intorno al bancone. Salsicce? Bacon? Uova? No, non ce la posso fare... Pancakes affogati sotto una colata di corn syrup? Mi si alza la gliecemia solo a guardarli. Alla fine, opto per due innocue fette di pane tostato ed un succo di frutta. Però, mi manca il caffelatte... Chiariamo una cosa: io non rinnego certo le mie origini, ma, oggettivamente, gli stereotipi sui napoletani mi stanno un po' stretti: sono una persona alquanto riservata, sono più puntuale e precisa di un orologio svizzero, non so suonare il mandolino, né ballare la tarantella e, soprattutto, non mi piace il caffè! O, meglio, non mi piace bere il caffè da solo, però, al mattino una mezza tazzina, ben diluita nel latte, non mi dispiace. Mi metto, quindi, alla ricerca del latte. Cosa facile, direte voi: in tutti i film e telefilm si vedono gli Americani tracannare interi cartoni di latte! Il punto è che l'unico latte che trovo disponibile è nel banco frigo. Santo Iddio, è febbraio! E, anche se dentro c'è caldo, fuori c'è la neve ed il mio stomaco reclama, esige una bevanda calda. Ad un certo punto, però, vedo un distributore di latte caldo e, tutta contenta, provvedo a riempirmi la tazza. Sorvolo sul mio errore di calcolo che mi porta, appunto, a riempire la tazza, senza considerare che, invece, per dare un sia pure vago sapore al mio latte utilizzando quella risciacquatura che gli Americani chiamano caffè, avrei fatto meglio a "lasciare spazio" nella mia tazza per una dose abbondante di caffè. Finalmente, messa faticosamente assieme una colazione accettabile, mi dirigo alla cassa per pagare. Lì, un donnone nero, stile Mamie di "Via col vento" mi fa quello che, dai toni, è, con tutta evidenza, un cazziatone. Inizialmente, travolta da questa valanga di parole, non riesco a capire cosa voglia da me, poi si fa strada la comprensione: a quanto pare, io ho indebitamente usato il latte caldo, che andava usato solo per macchiare il caffè e non per riempirsi la tazza...
Questo è stato il primo impatto, ma non è che, in seguito, sia andata meglio. Infatti, nonostante abbia vissuto lì per un anno, non sono mai riuscita a convertirmi alle loro abitudini mattutine. Per questo motivo, non volendo rinunciare a partecipare all'MTC, ho preparato un american breakfast, ma ci abbiamo fatto pranzo.
Sono andata molto sul classico: l'english muffin (perché ero curiosa di provarlo) come base per l'uovo in camicia, salsa cocktail, granola bars ed un caramel coffe milk shake.

La ricetta per le granola bars l'ho presa sul sito di Martha Stewart, anche se credo che, alla fine, nel convertire le misure americane in grammi, sono andata abbastanza ad occhio.

Granola Bars

Fiocchi d'avena              90 g
Cocco grattugiato          15 g
Mirtilli rossi secchi        15 g
Mandorle in granella     15 g
Semi di sesamo              15 g
Olio di girasole              1 cucchiaio
Albume                         1
Miele                            1 cucchiaio
Acqua                           2 cucchiai
Estratto di vainiglia      1 cucchiaino
Sale                              1 pizzicone

Mescolare bene tutti gli ingredienti e versare il composto in uno stampo rettangolare rivestito di carta forno. Infornare a 180 gradi per circa 30 minuti. Una volta freddato, tagliare in barrette.






Per l'english muffin, ho seguito la ricetta di Roberta, riducendo le dosi ed usando lievito di birra fresco, anziché disidratato. Come mia abitudine, ne ho usato poco e prolungato la lievitazione.

English Muffins

Farina                           150 g
Latte                             75 ml
Acqua                           18 ml
Lievito di birra              2 g
Zucchero                      1 cucchiaino
Sale                              1/2 cucchiaino

Intiepidire l'acqua ed il latte e sciogliervi il lievito. Aggiungere lo zucchero, versare sulla farina ed impastare. Solo verso la fine, aggiungere il sale. Continuare ad impastare, fino ad avere un composto bello liscio. Ungere una ciotola di burro, rotolarvi l'impasto, coprire con pellicola e far lievitare 2 ore. Trascorso questo tempo, rovesciare l'impasto sulla spianatoia, appiattirlo ad uno spessore di 1,5 cm e, con un coppapasta del diametro di 7-cm, ritagliare dei dischi, che andranno fatti lievitare ancora per 40 minuti, coperti con uno strofinaccio pulito.. Scaldare una padela dal fondo pesante e cuocervi i muffins, prima da un lato e poi dall'altro.

Salsa cocktail

Tuorlo                          1
Olio di girasole            150 ml
Succo di limone           1 cucchiaino
Senape                          una punta di coltello
Ketchup                       1/2 cucchiaio
Cognac                        1/2 cucchiaio
Sale

Mettere nel bicchiere del minipimer il tuorlo con il sale, la senape ed il succo di limone e frullare. Sempre continuando a frullare, aggiungere, poco alla volta, l'olio, finché la maionese avrà raggiunto la giusta consistenza. A questo punto, aggiungere il ketchup ed il cognac.



Caramel coffe Milk shake (x 2)

Latte               250 ml
Caffè              1 tazzina
Zucchero        2 cucchiai
Panna fresca   2 cucchiai

In un pentolino, far caramellare lo zucchero e,quando sarà diventato biondo, decuocerlo con la panna calda. Aggiungere 1 cucchiaio ( o più, a seconda dei gusti) di questa salsa al caramello al latte e al caffè  e frullare.      

Cuocere le uova in camicia, scolarle, asciugarle su carta da cucina e disporle sugli english muffins tagliati a metà. Nappare con la salsa cocktail, tagliuzzarvi sopra un po' d'erba cipollina (quella del mio orto, lo specifico, perché son troppo fiera, ogni volta che uso qualcosa che ho coltivato da me) e servire.





15 commenti:

  1. Al nostro primo viaggio negli USA, nostra figlia aveva solo 5 anni o meglio, pur avendo gia' 5 anni, faceva ancora colazione con il latte nel biberon....Non ti dico le espressioni smarrite e incredule delle cameriere quando chiedevo un bricco di latte caldo. Alla fine ho capito che era meglio dar loro il biberon gia' riempito di latte e chiedere la cortesia di scaldarmelo nel microonde...Io distributori di latte caldo non ho mai avuto la fortuna di trovarne!! Non so cosa ci sia nel latte caldo che sconvolge tanto gli americani...Comunque, la tua colazione, invece, non li sconvolgerebbe per nulla, anzi: sarebbero felicissimi di ritrovarsela sul menu' del loro ristorante preferito. E quel caramel coffee milk shake corro a farmelo adesso!! Grazie infinite Mariella, un abbraccio e buona settimana.

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  2. It's a bitter-sweet memory. In effetti l'idea di fare colazione con bacon e uova fritte di primo mattino, non è proprio il massimo per chi ha abitudini diverse...mi piace molto la tua colazione e l'accompagnamento del milkshake
    Ciao
    Isabel

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  3. Ehehehe troppo forte il racconto del cazziatone! Come dire, ci facciamo sempre riconoscere,eh? :-D io ho fatto simile, quando ero a San Francisco ma comunque sono bellissimi ricordi!
    Bellissima la tua colazione, le granola bars le ho fatte anche io ma quelle di Martha vanno assolutamente provate! La salsa cocktail l’adoro su tutto, quindi le uova non fanno eccezione! Ma il colpo di grazia me l’ha dato il tuo milk shake con quella salsa mou coccolosa! Grande!!

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  4. Vedo che anche l'elogio al caffè americano ci accomuna :-) Ci avavo pensato anch'io al milk shake ma io sono come te, la mattina ho bisogno di una bevanda calda, anche con 40 gradi fuori :-)

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  5. il caffè non piace neanche a me e neanche nel latte... e ti capisco quando dici che non sopporti l'odore dell'uovo e della pancetta fritti di prima mattina, mamma che voltastomaco...invece io bevo latte freddo anche d'inverno magari non di frigorifero .... il mou è un tocco da maestra!!

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  6. No ma dai...io chiedo sempre un steamed milk e me lo macchio con un bel caffè espresso.... ho anche risolto un perfetto cappuccino per quel viziatone di maritozzo ahahahahahahah..vabbeh io sono American inside e quindi vedo sempre tutto magnificamente a stelle e strisce , baci Mariella

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  7. sono sempre stata segretamente innamorata di Archie Goodwin e da qui ho mutuato la convinzione che negli USA si consumasse tanto latte. il resto lo ha fatto la fattoria di Nonna Papera, con Ciccio che portava i secchi dopo la mungitura : tant'è che da bambina mi sforzavo di buttarlo giù (non mi piaceva granchè) proprio grazie alla suggestione dei miei eroi. Da qui la tua stessa sorpresa, una volta messo piede negli States- e messa di fronte a una teoria di confezioni di latte aromatizzato, un altro lato oscuro della alimentazione statunitense. In compenso, però, amo il caffè americano, molto più del latte e del nostro espresso. Ed oggi, litigo ferocemente con mio marito, per entrare in uno Starbuck's a prendermi qualche porcata con tanta schiuma, al gusto di caramello. E' per questo che strizzo l'occhio con simpatia a questa tua proposta, che è aderentissima a tutto quello che mi piace della colazione d'oltreoceano, a cominciare dal già citato milk shake per finire con le granola bars, che puliscono la coscienza. Ottima combinazione di ingredienti ed ottima realizzazione, come sempre. Bravissima!

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  8. Una prova nella prova, la sfida di questo mese, per superare la fatica di scucinare a colazione, per sopportare l'odore di robe sfrigolanti al posto della fragranza dei cornetti, per riuscire a mandare giù un uovo alla benedict, ma , considerando, come hai anìbbinato il tutto, penso che potrei farcela benissimo! ;)

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  9. ma dai! non sono mai stata negli States ma anche io, venendo da anni di sitcom americane, ero convinta che bevessero latte (caldo) in ogni dove :)
    mi piace un sacco la tua proposta, con la salsa cocktail che ingentilisce il sapore (per me pessimo) dell'uovo :D
    baciotti

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  10. sto vedendo roba strabuona! complimenti e buona serata

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  11. Mi piace tutto del tuo pranzo (ops) colazione e, come avrai letto, ho avuto lo stesso impatto a *pugno nello stomaco* alla scoperta delle American breakfast.
    Credo rifarò tutto a partire dalle Granola Bars per la merenda del mio piccolo grande uomo.
    Poi seguiranno gli English muffins con cottura in padella, e la salsa con il minipimer (mai osato fare la maionese con il minipimer, ora voglio provare) e non ultimo il caramel coffe.
    Unico problema: come la metterò poi con il polistirolo? Si, perchè a quel punto non avrò più colesterolo nel sangue ma il POLISTIROLO!
    Bella bellissima, e spiegazioni a prova di dummies (quindi le capisco anch'io!!!)
    Baci
    Nora
    PS - A quando la tua prossima visita nelle mie lande desolate e nebbiose?

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  12. effettivamente sentire l'odore di uova, bacon, salsicce e legumi di prima mattina..... non fa impazzire nemmeno me! Ma... fermi tutti caramel coffe? ma tipo quello che servono da starbucks??? bisogna provarlo al più presto!!
    Mi piace un sacco la tua colazione, perchè è americana, ma non troppo, quindi se sorvoliamo sull'orario in cui gli americani trangugiano uova e pancetta, mi sembra davvero perfetta!

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  13. Anche io pensavo che il latte fosse in ogni dove in America. :O
    Complimenti per la scelta degli ingredienti...e per il caramel coffe...me ne berrei uno ora!!!

    P.S. Ale, Archie Goodwin è mio!!! :P

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  14. Curiosa questa cosa del latte, che strani gli americani ;)
    Bella la tua colazione, ottima idea la salsa cocktail!

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