Il mio Mentore Accademico è
indiano. Perché ricorro a questa definizione un po’ arcaica? Il fatto è che, se
dico “il mio Capo è indiano”, sembra che io parli di Toro Seduto, se,
invece, dico “il mio Maestro è indiano”,
scommetto che tutti pensano a Sai Baba o ad Osho. E, soprattutto, la
definizione di Capo non renderebbe giustizia ad un rapporto che è sempre stato
improntato all’affetto e al rispetto reciproco e non è stato mai, assolutamente
mai, gerarchico.
Ho iniziato a lavorare con lui a 21 anni, come tesista e, da allora, ho sempre
lavorato al suo fianco, imparando tutto quello che so ( e tutto quello che non
so è frutto solo della mia manchevolezza ) da un grande scienziato e da un
grande uomo, sempre onesto, sempre corretto e mai “baronale”. Nel frattempo, in
questi oltre 30 anni di collaborazione, il rapporto di lavoro è diventato
amicizia, sua moglie ( quanto diversa da lui! bionda, per quanto lui è scuro,
chiacchierona, per quanto lui è parco di parole, solare per quanto lui è
riservato) è per me collega, amica
e sorella, oltre che la madrina di
mia figlia.
Ora non so se queste frequentazioni mi abbiano in qualche
modo influenzata, ma sta di fatto che, tra tutte le cucine etniche, quella
indiana è la mia preferita. Al
punto che, quando vado in un’ altra città oppure all’estero, mi cerco sempre un
ristorante indiano, visto che, a Napoli, lo “zoccolo duro” della nostra
nobilissima tradizione gastronomica è stato solo scalfito dal proliferare di
ristoranti che propongono la cucina di tutto il mondo. Con l’eccezione della
cucina giapponese, perché “fa figo”, ma questa è un’ altra storia.
Qualche mese fa, ho provato, a casa del mio Mentore,
queste patate, che sono una reinterpretazione di un piatto, che, nella sua
versione tradizionale, prevede l’impiego dei ceci. Mi mancava, però, per
rifarla, un ingrediente fondamentale: il chana masala. I masala sono dei mix di
spezie, il più conosciuto dei quali è il garam masala, rispetto al quale il
chana masala si distingue per una nota leggermente più aspra, quasi agrumata
oserei dire.
Venuta finalmente in possesso della preziosa miscela, mi
sono subito cimentata con questa ricetta, che tanto mi era piaciuta. La riporto
così mi è stata data.
3 - 4 vaschette di patatine
novelle (ben lavate, passarle al
microonde al massimo, per 3 -4
min. lasciarle
riposare circa 5
min e poi friggerle bene in altro olio. Tenere da parte.
3 - 4 cipolle medie tagliate
a piccoli pezzetti
3 - 4 cucchiai di olio o un po' di più ( loro usano
girasole, io ho usato evo )
1 cucchiaino di semi di
cumino
2 - 3 cucchiaini di chana
masala
2 - 3 cucchiaini di curcuma
polvere
3 - 4 pomodori piccoli
sbucciati e fatti a tocchetti
2 cucchiai di yogurt
q.b. sale
q.b. acqua
q.b. anacardi tritati tritati
più o meno finemente)
Soffriggere dolcemente e a
lungo le cipolle nell'olio , poi
unire il cumino, il chana masala, la curcuma e i pomodori. Soffriggere ancora per bene. Frullare il tutto.
Soffriggere ancora il frullato in padella e unire lo yogurt. far cuocere finchè
si vede solo l'olio e non c'è più liquido. Unire le patate già fritte, il triro
di anacardi e un po' di acqua. Far insaporire le patate per circa 10 - 15 min e
servire.
che bello che lavori con un indiano!! :-) sai quanto amo quella terra anche se non ci ho mai messo piede. bella la versione con le patate, e, sai, io non sapevo che il chana masala fosse un misto di spezie come il garam, infatti, nel mio chana, l'acido viene dal mango in polvere e dal tamarindo. Devo trovare la formula, che già il garam masala me lo faccio da me. Appena parlo con il dottore dei miei racconti, glielo chiedo e appena trovo delle patate novelle, provo la tua versione.
RispondiEliminaun bacione
Ho imparato a mangiare indiano in Inghilterra, tantissimi anni fa (SOBH) e fu amore al primo morso. Mi piacciono le tue patate e mi piace anche la passione che metti nel descrivere il tuo rapporto lavorativo che, francamente, ti invidio molto.
RispondiEliminaLa prossima volta che andrò per negozi etnici, vedrò di trovare il chana masala così non avrò più scuse per rifarle anch'io!
Buona giornata
Nora
credo anch'io che la nota aspra e agrumata sia dovuta alla presenza del tamarindo. Qui a Torino è facile trovarlo nei negozi indiani, se mi mandi per email il tuo indirizzo te lo posso spedire. O magari abiti a due passi dal più fornito food shop etnico del mondo, in questo caso scusami e dimentica quello che ho scritto
RispondiEliminaDede, grazie, gentilissima,come sempre,ma il tamarindo lo trovo alla Metro.
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