venerdì 15 luglio 2016

Cibo di strada

Quando si parla di cibo di strada, il fritto la fa da padrone, specialmente al sud. Napoli, ovviamente, non fa eccezione con crocchè di patate, arancini, paste cresciute, montanare, scagliuozzi (triangoli di polenta fritti) e, su tutte, la pizza fritta.
Per me, sin da quando ero bambina, fritto vuol dire Friggitoria Vomero, un piccolo locale ubicato in prossimità delle funicolari vomeresi, rimasto, per fortuna, sempre uguale a se stesso in tutti questi anni e dove, con un euro, ti porti via un caldo cartoccio con cinque "pezzi" appena fritti e per nulla unti. La pizza fritta la Friggitoria Vomero la prepara in due versioni: ripiena con ricotta e prosciutto oppure ripiena con scarole. 
Ma il tempio della pizza fritta è La Masardona, in prossimità della Stazione Centrale, dove è possibile gustarla con una varietà di ripieni. La pizza viene servita in due formati: quello "normale" ed uno più piccolo, detto "battilocchio", decisamente più gestibile, visto che, ovviamente, lo si mangia con le mani, anche se è possibile chiedere le posate, ma non è la stessa cosa.
Confesso di aver ignorato l'esistenza di questo posto, fino a pochi mesi fa, ma la scoperta è stata una rivelazione! 
Oggi il Calendario del cibo promosso da AIFB celebra il panzerotto, di cui ci racconta tutto Valentina De Felice, che ne è l'ambasciatrice.
Come mio contributo, ho fatto una versione panzerotto della pizza fritta con le scarole.

Panzerotto con le scarole

Per la pasta ho usato questa ricetta, usando, però, 250 g di farina.

Per il ripieno

Scarola                          2 cespi
Olive di Gaeta               8
Capperi                        1 cucchiaio
Olio evo                        2 cucchiai
Aglio                            1 spicchio
Peperoncino      
Sale

Mondare le scarole e lavarle più volte, in modo da eliminare ogni traccia di terra. Tuffare la verdura in acqua bollente salata e farla cuocere per qualche minuto. Scolarla e strizzarla bene. In una padella, rosolare l'aglio nell'olio col peperoncino e, appena inizia ad imbiondire, aggiungere la scarola sbollentata e cuocere a fuoco vivace per qualche minuto, aggiungendo le olive snocciolate ed i capperi dissalati.

Un volta che la verdura sarà cotta, metterla a scolare in un colapasta, perché, al momento di farcire i panzerotti, dovrà essere ben asciutta.
Staccare un pezzo dell'impasto, schiacciarlo formando un disco di una decina di centimetri di diametro, metterci al centro un po' di scarola e chiudere a mezzaluna, sigillando i bordi. Friggere in olio caldo.





2 commenti:

  1. Da te io ho sempre ricevuto complimenti, dimostrazioni di affetto sentite e so che ogni parola che mi hai detto e sensazione che mi hai trasmesso, hanno davvero avuto un significato per te. Apprezzo quando mi scrivi che sono una forza della natura, una macchina da guerra, ma la volta che mi hai commossa davvero è stato quando mi hai detto che io sono uno di quei pochi casi in cui quantità corrisponde anche a qualità. E non sai quanto lo ho apprezzato per i motivi che ben sai. Questa volta sono io a fare i complimenti a te, oltre ai ringraziamenti per esserci stata ancora una volta in una giornata di cui sono ambasciatrice. Perchè hai racchiuso in una sola preparazione le due cose che amo di più, le scarole e i panzerotti, forse perchè entrambe mi riportano a mia nonna. E la tua preparazione è di una golosità unica. Grazie per avermele in un certo senso "regalate".

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  2. Pizza fritta con scarole e olive... Potrei morire! Prima o poi in quella friggitoria ci entrerò anch'io , l'ho sentita nominare fin troppo spesso ultimamente! Un bacione :*

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