La puttanesca è una genialata: un sugo veloce, che si prepara nel tempo che ci mette a bollire l'acqua della pasta ed è di una bontà assoluta.
La vulgata narra che il nome deriverebbe dal fatto che, proprio grazie alla velocità della sua preparazione , venisse offerta ai clienti dei bordelli "sopra" ai Quartieri Spagnoli. Si, perché, da noi, non si dice "ai" o "nei" Quartieri Spagnoli, ma "sopra", forse perché questo intreccio di vicoli, dove, ai tempi della dominazione spagnola, erano acquartierate le truppe, si arrampica su, verso la collina del Vomero.
E, oggi, il Calendario del cibo italiano, promosso da AIFB, celebra proprio questo piatto meraviglioso, del quale ci racconta tutto la sua Ambasciatrice, Maria Di Palma.
Per l'occasione, ripropongo questa mia versione, che tante soddisfazioni mi ha dato, facendomi finire tra le vincitrici del concorso Tre Spade.
Il Vesuvio (x 4)
Bucatini di Gragnano IGP 300 g
Pomodorini del "piennolo" 10
Passata di pomodoro 200 g
Olive di Gaeta 60 g
Capperi 1 cucchiaio
Alici di Menaica 3 filetti
Pane raffermo 100 g
Aglio 1 spicchio
Origano
Nero di seppia
Olio evo beneventano 60 ml
Sale
In una padella, rosolare l'aglio in due cucchiai d'olio; aggiungervi le alici e, quando saranno disfatte, i pomodorini, le olive snocciolate, i capperi dissalati ed un pizzicone di origano. Salare poco e cuocere, fino a che il sugo apparirà così
Lessare i bucatini molto, molto al dente e scolarli, meno 2-3 forchettate che dovranno cuocere un po' di più, altrimenti non saranno abbastanza morbidi da poterli avvolgere. Condire i bucatini al dente con il sugo e tenerli da parte. Scolare anche i bucatini che avranno cotto un paio di minuti in più, raffreddarli e irrorarli con un filo d'olio. Ungere tre stampini a cupola, da 12 cm di diametro e, con un po' di pazienza, rivestirli con in bucatini "in bianco".
Una volta rivestiti gli stampi, riempirli con i bucatini conditi col sugo e chiudere con altri bucatini arrotolati.
Per simulare la terra lavica, quella terra così fertile, che ha meritato alla mia regione il nome di Campania felix, tostare il pane raffermo e metterlo nel mixer insieme al nero di seppia. Spolverizzare con parte della panatura la sommità degli stampi, irrorarli con filo d'olio e mettere in forno, a 180 gradi, per 15 minuti.
Nel frattempo, con mezzo cucchiaio d'olio e la passata, preparare una salsa.
Sformare la pasta, pennellare con un po' d'olio gli sformati e spolverizzarli con la panatura al nero di seppia. Versare su ogni sformato una "colata" di sugo.
L'idea dello stampo è davvero strepitosa, sicuramente la proverò.
RispondiEliminaGrazie per il tuo contributo!
Che goduria di piatto! Mi ci avvento! Sei grande Mariella!
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