martedì 11 settembre 2012

I pregiudizi sono duri a morire

Quando parlo con i non addetti ai lavori, mi capita spesso di dover demolire delle false credenze sugli animali, tipo che il rospo sia il maschio della rana ( si, mi è toccato sentire anche questa...), oppure che le salamandre siano lucertole, o che quelle terrestri si chiamino tartarughe e quelle marine testuggini ( è esattamente il contrario ) e così via. Ma c'è una convinzione talmente radicata che, quando provo a dire che è sbagliata, nessuno vuole credermi. Persino i miei studenti, quando dico loro che NON è vero che i ricci di mare di colore rosso-marroncino-violaceo sono femmine, mentre quelli neri sono maschi, mi guardano scettici. Ecchecavolo! sono io la prof, sono io la zoologa e tu osi dubitare??? La verità è che i ricci neri appartengono alla specie Arbacia lixula,


 mentre quelli rossicci alla specie Paracentrotus lividus



e, quindi, trattandosi di animali a sessi separati, "entrambi" hanno sia maschi che femmine e non ci sono caratteri esterni che permettano di distinguere i sessi tra loro. In realtà, un modo per distinguere i sessi c'è: quando si aprono i ricci, si vedono 5 bande di un arancione più o meno vivace. Sono le gonadi, cioè gli organi deputati alla produzione di uova e spermatozoi. Se sfregando leggermente con la punta del coltello una gonade, questa emette un liquido bianco, si tratta di un testicolo, altrimenti è un ovario.
A questo punto, c'è un altro mito da sfatare e cioè che, in cucina, si usino solo le uova dei ricci. Pensateci un attimo: se tutti sono convinti che tutti i ricci rossicci siano femmine, tutte le gonadi di questi ricci verranno utilizzate e, inevitabilmente, queste gonadi saranno sia ovari che testicoli. Riassumendo: le gonadi di Paracentrotus, sia gli ovari che i testicoli, vengono usate in cucina, perchè di dimensioni maggiori e di sapore più gradevole, rispetto a quelle di Arbacia. Punto.
Ma, come dicevo prima, credete che sia facile convincere la gente di questo? Con gli studenti ho gioco facile: quando facciamo, come esercitazione, la fecondazione in vitro del riccio di mare, posso dimostrare, microscopio alla mano, quello che dico, ma, chiacchierando con gli amici su una spiaggia, non ho speranze di farmi prendere sul serio.
Ad ogni modo, se volete preparare un bello spaghetto ai ricci di mare, la cosa è facilissima: basta avere a disposizione dei ricci appena pescati ( la sola idea delle "uova" di riccio in barattolo mi fa star male ) ed evitare di cuocere le "uova". In pratica, si tratta di scaldare un po' d'aglio nell'olio; quando la pasta è al dente, la si salta in padella, aggiungendo, fuori dal fuoco, i ricci ed un trito di prezzemolo, et voilà!

7 commenti:

  1. prof..la pasta con i ricci è...SLURP!

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  2. Mariella, perdonami tu.. ma il solo sentir parlare di gonadi, ovaie e liquido biancastro mi fa star male! ;)))) Preferisco ignorare e magnare! :D
    Un bacio, e grazie.. scherzi a parte!!!

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  3. Eh,eh, Ornella, il crudo linguaggio della scienza... ;-)

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  4. Ah ah ma allora le testuggini son quelle di terra? Anch'io pensavo il contrario ...l'ignoranza e' una brutta bestia!

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  5. Ma.....avevo pubblicato un commento...dov'e'?...

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  6. Ma è bellissimo il tuo blog! molto interessante. Ho postato da poco la ricetta degli spaghetti ai ricci. Con questo tuo post mi hai illuminato ;)

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