Avevo già parlato qui del fatto che lo strudel è l'unico dolce della tradizione austriaca che mi piaccia veramente. Così tanto che, quando ho letto che lo strudel sarebbe stato l'argomento della sfida dell' MTC di febbraio, il primo impulso è stato quello di replicare la ricetta proposta da Mari tal quale. Epperò... quando si tratta di MTC, alla fine, la tentazione del "famolo strano" ha il sopravvento. E, stavolta, l'ho fatto proprio strano, al limite dell'eretico. Si, perché, quando si pensa allo strudel, o ci si immagina seduti in un caffè tutto stucchi dorati e specchi, come Demel a Vienna o il New York Cafè a Budapest,
oppure in una baita tirolese, mentre le neve scende fuori e noi ci riscaldiamo con una fetta di strudel ed un bicchiere di Gluhwein (la versione austriaca del vin brulè).
Di certo non ci si immagina su una spiaggia caraibica... Ed io, invece, proprio quella ho immaginato.
oppure in una baita tirolese, mentre le neve scende fuori e noi ci riscaldiamo con una fetta di strudel ed un bicchiere di Gluhwein (la versione austriaca del vin brulè).
Di certo non ci si immagina su una spiaggia caraibica... Ed io, invece, proprio quella ho immaginato.
I puristi mi perdoneranno, ma, per citare Massimo Bottura (mica pizza e fichi, direbbero a Roma), "In fondo, una ricetta tradizionale è solo un'innovazione che ha avuto successo".
Un ripieno, quindi, di frutta tropicale: ananas, cocco e, come nota croccante, arachidi.
Per sbucciare l'ananas, nessun problema: tra le millemila caccavelle, possiedo quella adatta
Più complessa è stata la questione cocco. Il primo passaggio è stato facile: armata di cacciavite e martello, ho forato i 3 "occhi" che si trovano ad uno dei poli della noce ed ho fatto uscire il latte contenuto all'interno. Quando, però, si è trattato di rompere la noce per estrarne la polpa, sono iniziate le difficoltà. Avvilita, mi sono rivolta a San Google: "come rompere una noce di cocco". Il primo risultato della ricerca è stato un video su Youtube, che mostrava come rompere il cocco, mettendo la noce in un sacchetto di plastica e facendola poi cadere dal quarto piano... Per un attimo, ho considerato la possibilità di seguire il consiglio e lanciare l'ostico frutto nella tromba delle scale, poi ho pensato che gli inquilini del pian terreno si sarebbero presi un colpo ed ho desistito... Il consiglio successivo sembrava più sensato: mettere il cocco nel forno a 90 gradi per 15 minuti. Ha funzionato! Lo choc termico ha fatto si che un colpo ben assestato col martello all'equatore della noce l'aprisse in due, senza problemi. E' iniziata, poi, la laboriosa operazione del distacco della polpa dal guscio.
Lo so, lo so, qualcuno si starà chiedendo: "ma non facevi prima a pelare due mele?"... Ma l'essenza dell'MTC è proprio andare oltre, sfidare innanzitutto se stessi, no? E, poi, anche se ieri è stata una giornata grigia, piovosa e ventosa, con una fettina di questo dolce, ci siamo sentiti ai Tropici.
Strudel tropicale
La sera prima, preparare uno sciroppo con 250 ml di acqua, 150 g di zucchero ed un pezzo di zenzero grattugiato. Mettere sul fuoco e, quando lo zucchero si è sciolto, spegnere ed immergere nello sciroppo un ananas pelato e tagliarlo a fette. Mettere in frigo per tutta la notte.
Il mattino dopo, sgocciolare l'ananas dallo sciroppo e metterlo in una terrina con 4 cucchiai di rum e la buccia grattugiata di un lime. Preparare la pasta.
Per la pasta
Farina 00 150 g
Acqua tiepida 100 ml
Olio evo 1 cucchiaio
Sale 1 pizzico
Impastare tutti gli ingredienti, formare una palla e metterla a riposare. Per il riposo, ho seguito il consiglio di una bravissima amica triestina: ho coperto l'impasto con una pentola arroventata sul fuoco e l'ho lasciato lì per mezz'ora.
Per il ripieno
Burro 30 g
Pan grattato 50 g
Ananas 1
Noce di cocco 1/2
Lime 4
Arachidi 80 g
Zucchero di canna 3 cucchiai
Rum 4 cucchiai
Sciogliere il burro in un padellino insieme alla buccia grattugiata di un lime. Quando il burro è sciolto, aggiungervi il pangrattato e farlo tostare.
Stendere sul piano di lavoro una tovaglia bianca, lavata con sapone neutro, spolverizzarla di farina, poggiarvi la pasta, schiacciarla un po' ed iniziare a stenderla col matterello, formando un quadrato. L'ultima fase della stesura prevede che si infilino i pugni sotto il quadrato di pasta e si inizi delicatamente ad allargarla, in modo da ottenere una sfoglia sottilissima, senza romperla (e questo è senz'altro il passaggio più difficile). In Tirolo, si dice che una ragazza sarà una brava moglie, se è capace di tirare una sfoglia così sottile e trasparente da poterci leggere attraverso.
Una volta ottenuta una sfoglia dello spessore desiderato, distribuirvi sopra il pangrattato, l'ananas sgocciolato, la polpa grattugiata di mezzo cocco, le arachidi, lo zucchero di canna e la buccia grattugiata di un lime. Aiutandosi con la tovaglia, cominciare ad arrotolare l'impasto sul ripieno. Dopo i primi due giri, ripiegare anche i due lembi laterali e continuare ad arrotolare, fino ad ottenere un cilindro.
Spennellare con un tuorlo d'uovo ed infornare a 180 gradi, per circa 40 minuti.
Come accompagnamento, ho preparato un lime curd ed una salsa cocco ananas.
Lime curd
Succo di lime 52 g
Uovo 1
Zucchero 70 g
Burro 62 g
Mettere in un pentolino il succo di lime, l'uovo e lo zucchero ed amalgamare il tutto. Girando continuamente con una frusta, portare ad 80 gradi. Fuori dal fuoco, aggiungere gradatamente il burro a pezzetti a la buccia grattugiata di un lime. Coprire con pellicola a contatto e, una volta freddo, conservare in frigo.
Salsa cocco ananas
Latte di cocco 100 ml
Sciroppo di ananas 100 ml
Maizena 25 g
Zucchero 25 g
Dopo averlo filtrato, far bollire lo sciroppo di marinatura dell'ananas, fino a ridurlo a 100 ml. Mescolarlo al latte di cocco, stemperarvi la Maizena e lo zucchero, porre su fuoco dolce, e, sempre girando, cuocere finché la salsa si sarà addensata.
Why not?!!
RispondiEliminaCe li vedo benissimo, sia l'ananas che il cocco, ma pure le pesche e mi sarebbe piaciuto un sacco anche il mango!
Voglia di Caraibi più che mai ....anche se dovessi aprire il cocco a testate( in realtà in casa mia abbiamo uno spigolo proprio per quello)!!
mi piace proprio questa tua versione esotica! complimenti!
RispondiEliminabuona giornata
spery
eh ma te non immagini quanto mi garba la frase di Bottura.
RispondiEliminabrava, fai bene ad osare, ad esser coraggiosa.. che come mi ripeteva babbo da piccina il coraggio è quando tieni la paura per un po'. quella poi si trasforma.
p.s.: ananas e cocco... mi fai sentire l' estate........... io qui ho il mare se può servire, piove ininterrottamente da non so più quanto!
Io credo che la frase di Bottura potrebbe quasi diventare il motto dell' MTC
EliminaDalle Alpi ai tropici il passo è brevissimo. Il cocco dal 4o piano però è una genialata il problema sarebbe poi mangiarlo,ma non si può avere tutto, no?
RispondiEliminaananas, cocco, lime curd...e penso subito al mare, all'estate...
RispondiEliminafantastica versione Mariella!!!
per me poi, che non amo particolarmente le mele, questa versione tropicale ha davvero uno sprint in più :)
ps. provare a lanciare la noce di cocco nella tromba delle scale però dev'esser proprio ganzo :D nonostante gli accidenti che potrebbero arrivare dagli altri condomini ;)
ma questo è spettacolare!!! Mi piace il "famolo strano", grande, sei stata grande.
RispondiEliminaChe bello questo strudel! Davvero originale, complimenti! Mi sa d'estate!
RispondiEliminaSandra
Ma quanto mi garbano questi accostamenti.
RispondiEliminaInsieme al lancio del cocco dal quarto piano ho trovato un'idea da copiare.
Tutto molto goloso.
La salsina cocco ananas mi pare una figata pazzesca insieme ad uno strudel che fa scintille.
RispondiEliminaecco ..la caccavella per l'aans ce l'ho.... grazie per il consiglio per la noce di cocco..ma malati di caccavelle come noi...dici che nom ne esiste una anche per quello??? Baci Flavia
RispondiEliminaMa frutti tropicali tutta la vita, Mariella!!...e di quella salsa ne vogliamo parlare?
RispondiEliminaurca la peppa! hai fatto un pina colada strudel! belli,come sempre, i tuoi abbinamenti, chettelodicoaffà!
RispondiEliminaTi ricordo che ho una casetta gialla nella terra delle Eresie. Sarà per questo che più che eretico mi pare sublime?
RispondiEliminaMi piacciono proprio tutti gli ingredienti di questo ripieno e poi, l'ananas non ingrassa!
Baci
Nora
Cara Mariella, sarà pure eretico questo tuo strudel e forse inimagginabile agli assidui frequentatori di Demel (che adoro) & Co. però, nonostante (o grazie) alla sua esocità devo dire che mi piace molto. Trovo molto particolare e ben pensata l'idea di sciroppare l'ananas da sé conferendogli quel sentore di zenzero che in tutto l'insieme avrà avuto sicuramente un suo perchè. E trovo molto azzeccato l'abbinamento dell'anans con il cocco da una parte e le arachidi dall'altra. E infine, ciliegina sulla torta, il lime curd a stemperare la dolcezza di tutto l'insieme. Bravissima.
RispondiEliminaGrazie per la tua proposta.
Mari
Secondo me questo tropical-strudel dice la sua, eccome!!!
RispondiEliminaLo assaggerei sicuramente, in barba ai puristi dello "strudel-strudel-uber-alles" !
E poi l' MTC è terra di sperimentazioni, quindi, ben venga l'onda caraibica!!!
Molto interessante questa versione un po' tropicale! E il New York Cafè di Budapest è un posto proprio magico! Grazie per avermelo fatto rivenire in mente! =)
RispondiEliminaOvviamente volevo dire inimmaginabile :)
RispondiEliminaMa dai Mariella
RispondiEliminaavevo pensato anch'io all'ananas per il ripieno dello strudel ma poi ho cambiato pur scegliendo sempre frutta tropicale. Questa tua versione mi dimostra che non mi ero sbagliato.
Brava
Ma dai, che abbinamento estivo e fantasioso! splendido!
RispondiEliminaFaccio notare che l'unica che trova "normale" tutta questa preparazione, preliminari compresi, è la Fabiana. Il che la dice lunga su tutto. Però, ti assicuro che, per quanto abbia riso leggendo le tue peripezie e mi sia chiesta più e più volte da dove ti vengano queste ispirazioni, non mi è neppure passato per l'anticamera del cervello di chiederti "sbucciare due mele, no?". Perchè se mai c'è un'interpretazione vera dell'mtchallenge, questa è proprio nell'"eresia" di questo strudel: in una ricerca colta, sostenuta da competenza, da sostanza, da solide basi che fanno sì che il prodotto di una riflessione lontana dai soliti binari sia convincente tanto quanto la tradizione e molto più interessante ed intrigante. Senza contare che la diversità è sempre ricchezza: e quando prende le forme golose di questa tua proposta, lo è ancora di più. Grazie, davvero!
RispondiEliminaMamma mia!!! Guardando le tue foto e leggendo la preparazione, "preliminari" compresi, mi sono trovata catapultata vicino a te, su quella spiaggia tropicale... un gusto estivo, croccante, con una lieve nota acidula e un sentore piccantino. E chi avrebbe detto che lo strudel, che si associa comunemente alla neve e alla montagna, poteva anche essere un dolce estivo o addirittura tropicale? Bravissima!
RispondiEliminastrudel fa rima (mica vero) con neve,montagna,rifugio,coccole,dolcezza,nostalgia,camino......e invece qua vedo che oltre alla neve devo togliere la sabbia dai piedi!!! ahahahBellissima ricetta! Complimenti bravaaaa
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