Pur non essendo mai stata a Cuba, ho sempre pensato che i Cubani siano un popolo straordinario, che è riuscito a mantenere dignità e gioia di vivere, pur nella povertà e nelle ristrettezze dell'embargo. Ad una lettrice accanita come la sottoscritta, poi, non poteva non affascinare l'idea che i lavoratori delle fabbriche di sigari, in passato, accettassero di devolvere parte del loro salario, sicuramente non pingue, per pagare qualcuno che leggesse loro un romanzo, mentre lavoravano. Suppongo che, oggi, questo lettore sia stato sostituito da una radiolina, ma la "traccia" di questa vecchia consuetudine resta nei nomi dei sigari: "Romeo y Julieta", "Montecristo", le storie che più avevano colpito la fantasia di quegli operai. Ebbene, tanto di cappello ad un popolo che riconosce la lettura come cibo per la mente, altrettanto necessario di quello per lo stomaco.
Un altro aspetto saliente della cultura di quell'isola è l'amore per la musica, un amore trasversale, ubiquo, condiviso da tutti, come ci ha magistralmente mostrato Wim Wenders, nel suo "Buena vista social club".
Per tutti questi motivi, quando ho letto qui di questa manifestazione a Siena e del contest ad essa collegato, ho immediatamente pensato che la mia ricetta sarebbe stata un omaggio all'isola caraibica. Il "problema" era che, non essendoci mai stata, non conosco nulla della cucina di quei posti. Ma un'immagine che viene immediatamente alla mente, quando si pensa a Cuba, è quella di Hemingway, con un sigaro in una mano ed un Mojito nell'altra. Un'occhiata alla mia rigogliosissima pianta di menta sul balcone e la decisone era presa: una fresca
Bavarese al Mojito
Per la dacquoise al cocco (rielaborata da Montersino)
Albume 100 g
Zucchero 65 + 70
Farina di cocco 95
Farina di riso 25
Per la bavarese al lime (x 4)
Tuorli 2
Latte 125
Zucchero di canna 40
Panna 150
Gelatina 3 g
Rum cubano 2 cucchiai
Lime 3
Menta
La sera prima, mettere in infusione la buccia (solo la parte verde) di un lime nel rum. Scaldare il latte e metterci in infusione la buccia degli altri due lime e una decina di foglie di menta spezzettate.
Il giorno dopo, preparare la dacquoise al cocco. Montare gli albumi e, quando cominciano a gonfiarsi, aggiungere i 65 g di zucchero. Mescolare la farina di cocco, quella di riso e gli altri 70 g di zucchero; aggiungere delicatamente agli albumi montati. Rivestire una leccarda con carta forno e distribuirvi il composto, pareggiandolo con una spatola, fino all'altezza di circa 1/2 cm. Infornare a 160 gradi, per 10-12 minuti, fino a che i bordi cominciano ad imbiondire. Levare dal forno e, con un coppapasta da 8 cm, ritagliare 4 dischi.
Con il latte (filtrato, in modo da eliminare bucce e menta), i tuorli e lo zucchero di canna, preparare una crema inglese. Lasciarla leggermente raffreddare e aggiungervi la gelatina ammollata in acqua fredda e ben strizzata ed il rum, anch'esso filtrato. Montare la panna non completamente e unirla delicatamente alla crema inglese, ormai fredda. Mettere sul fondo di un cerchio da 8 cm un disco di dacquoise e rivestire il fondo, dall'esterno, con pellicola. L'interno, invece, andrà rivestito con una striscia di acetato. Versare la bavarese nei cerchi e far raffreddare in frigo, per almeno 8 ore. Al momento di servire, spennellare con un po' di gelatina neutra a freddo e decorare con una fettina di lime ed un ciuffetto di menta.
Mi è capitato di preparare dolci che venissero esattamente come me li aspettavo, altri che son venuti peggio, ma questo ha superato tutte le mie aspettative: era buonissimo!
La mia amica Fabiola, essendo ingegnere, ha calcolato come moltiplicare le dosi da me indicate, nel caso si voglia fare un dolce unico, anziché delle monoporzioni.
In pratica, con le mie dosi, si ottiene un dolce da 16 cm di diametro, per un dolce da 22 cm, bisogna moltiplicare le mie dosi per 2, per uno da 25 cm, moltiplicare, per 2,5, per uno da 28 cm, moltiplicare per 3, per uno da 30 cm, moltiplicare per 3,5.
In pratica, con le mie dosi, si ottiene un dolce da 16 cm di diametro, per un dolce da 22 cm, bisogna moltiplicare le mie dosi per 2, per uno da 25 cm, moltiplicare, per 2,5, per uno da 28 cm, moltiplicare per 3, per uno da 30 cm, moltiplicare per 3,5.
Questa è la versione grande
amo le bavaresi e questa è fantastica! estiva e stuzzicante!
RispondiEliminaTu sei una grande!!!!! E' spettacolare sia l'enfasi con cui hai raccontato la storia di un popolo, sia la realizzazione di questo dolce, veramente incantevole! Complimenti
RispondiEliminaGrazie, Erica! Mi fai arrossire...
RispondiElimina:* Un abbraccio..... meriti tutti i complimenti, mia cara!!
RispondiEliminaBellissima e molto fresca!!
RispondiEliminaGran bella ricetta!
RispondiEliminaAdesso, non esageriamo a tirare fuori la laurea
RispondiEliminaFrancamente mi sono affidata ai ricordi delle elementari... :-)))))
ciao
PS: la tua bavarese è già in produzione
Fabiola,non è questione di laurea,ma di forma mentis!
RispondiEliminaCara Mariella, sono stata incasinata ultimamente e passo solo adesso, ma volevo ringraziarti perché la ricetta è davvero speciale e riassume felicemente l'animo di Cuba. Mi piace molto .
RispondiEliminaIn bocca al lupo e a presto, Pat
Scusami per la svista, ho aggiornato il mio post con il link anche a questa pagina. Non avevo letto la parte introduttiva fatta da Nadia
RispondiEliminaGrazie, Stefania! Conoscendoti,ero certa che si fosse trattato solo di una svista.
RispondiEliminaCara Mariella, ho seguito il tuo consiglio e sono venuto a vedere questa ricetta. Devo dire che mi ispira molto, ti assicuro che la proverò presto e poi ti farò sapere. Io a Cuba ci sono stato diverse volte e la considero come se fosse la mia seconda Patria. Ho avuto la fortuna di visitare una fabbrica di "puros" a Santiago e ti confermo che c'era una persona che stava leggendo, a tutti i lavoratori, in quel caso il giornale ma sul tavolino aveva anche diversi libri. Dopo le 17 poi, il centro di Santiago si anima e praticamente in ogni via c'è un cortile, una casa, un locale dove qualcuno suona e canta creando un'atmosfera che non può non rapirti. Che nostalgia
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