giovedì 14 marzo 2013

Zood blog ( e la gelatina di Dolcetto)

Càpita che io legga un articolo su un giornale che, normalmente, non rientra tra le mie letture. Càpita che, in quell'articolo, si definisca il Darwinismo "una superstizione ottocentesca" e lo si accusi, per il fatto di sostenere la discendenza dell'uomo dalla scimmia, di indurre le giovani generazioni, qualora vengano esposte a tale nefanda teoria, a comportarsi come scimmie. Càpita che, in questi stessi giorni, io mi trovi a trattare, a lezione, proprio la teoria dell'evoluzione. Càpita che la concomitanza di questi eventi riesca a scuotermi brutalmente da un certo torpore che, facendo da tanti anni questo mestiere, si è forse insinuato nel mio modo di insegnare. Sveglia!! Cosa credevo? Che a negare l'evoluzione fosse solo qualche gruppetto di fondamentalisti religiosi sperduti nella "Bible belt" americana, fedeli all'interpretazione letterale della Genesi?  E no, eccolo lì, papale papale, sulle pagine di un quotidiano a diffusione nazionale, l'oscurantismo acritico. Si, acritico, perché le affermazioni che ho citato prima non erano minimamente argomentate. E' vero che l'oggetto dell'articolo era altro - il rogo della Città della Scienza - ma non mi sta bene che un giornalista qualunque (e, mi sento di scommettere, NON un giornalista con una preparazione scientifica...) possa buttare in faccia ad uno sprovveduto lettore frasi ad effetto, come quella sui giovani indotti a comportarsi come scimmie senza che sia tenuto a darne conto. Anche perché, onestamente, ho sempre creduto che   un certo tipo di programmi televisivi pesasse molto di più nell' indurre le persone - giovani e non - a comportarsi da subumani, piuttosto che la parentela più o meno stretta con gli altri Primati.
Sia chiaro che io non intendo cadere a mia volta nel  dogmatismo, sia pure di segno opposto: per me la teoria dell'evoluzione è una interpretazione della storia della vita valida fintantoché  qualcuno non proporrà una teoria diversa, purché  lo faccia con ragionamenti validi e con prove a sostegno delle sue affermazioni. Ma se le critiche si basano solo su affermazioni tautologiche (è così perché è così) o sul dettato biblico, mi spiace, ma non posso che rifiutarle con forza.
Detto ciò, torniamo al "core business" di questo blog, e cioè il cibo e mi scuso se, ogni tanto, il mio food blog diventa uno "zood blog", ma dentro di me,  si agitano due anime: la cuoca e la zoologa e, ogni tanto, la seconda ha il sopravvento.
Anche stavolta, si tratta di una ricetta realizzata per partecipare ad un contest, quello di Emanuela di Arricciaspiccia. Ho partecipato volentieri, non solo perché ho conosciuto personalmente Emanuela e l'ho trovata una ragazza deliziosa, ma anche perché adoro l'accostamento dolce/salato. Ho immediatamente pensato alla cucina orientale, dove questo abbinamento è molto diffuso ed ho realizzato dei simil-spring rolls, impiegando la carne di maiale, anzichè le verdure. Avevo intenzione, come omaggio a Emanuela, di fare una ricetta gluten-free, ma poi, leggendo attentamente le etichette, come mi hanno insegnato le mie amiche sglutinate, ho scoperto che la salsa di soia che avevo in casa conteneva glutine, però, sempre le suddette amiche, mi hanno detto che esiste una salsa di soia senza glutine, per cui questa ricetta può facilmente diventare lecita per celiaci ed intolleranti.

Fake Spring Rolls

Straccetti di arista di maiale                         300 g
Salsa di soia                                                2 cucchiai
Porro 
Zenzero fresco                                            2 cm
Gelatina di Dolcetto AziendaImprunotto    2 cucchiai
Olio evo
Sfoglie per spring rolls

Marinare le striscioline di maiale nella soia e nello zenzero tritato per almeno due ore. Tagliare il porro a rondelle e rosolarlo in un cucchiaio d'olio, badando che resti un po' croccante. Nella stessa padella (o wok), stemperare la gelatina di Dolcetto e saltare velocemente le striscioline di carne, bagnandole con un po' della marinata. Non salare, perché la salsa di soia è già salata di suo. Inumidire le sfoglie di riso tra due  strofinacci bagnati e strizzati. Sgocciolare la carne dal sughetto e metterne un po' su una sfoglia, arrotolandola, come mostrato qui. Io ci avrei visto bene, insieme alla carne, una julienne di carote e verde di zucchina, ma, poi, mio marito non li avrebbe mangiati e, quindi,l'ho usata per decorare il piatto. Friggere gli involtini in olio caldo.





4 commenti:

  1. Ecco.... se non faccio come Cita... me ne merito uno?
    Bella idea la gelatina di Dolcetto... debbo guardare in dispensa perchè forse ne ho un barattolino anch'io (di gelatina di vino... non mi ricordo se proprio Dolcetto) e, secondo me, il mio Martirio li potrebbe apprezzare con o senza verdure.
    Bella idea.
    Grazie
    Nora

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  2. bella ricetta Mariella.
    Quanto all'evoluzionismo ti sarebbe piaciuto molto l'intervento del mio relatore della tesi che a un recente convegno ha parlato dell'importanza di Darwin in modo così argomentato e neutrale che credo avrebbe convinto qualunque creazionista convinto. ;-)
    Detto ciò vorrei aggiungere che anche io ogni tanto infilo un po' di geologia nei miei post... si vede che abbiamo entrambe una passione che ci muove nel nostro lavoro. Bello vero? ;-)

    Ti aspetto a Roma tu sai quando e se ce ne porti un po' ci fai felici.Anzi fai felice un intero "Universo" ;-)

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  3. Mi piacciono!!! E guarda quà..ti scrivo!!! Si concordo, a Roma portane una vagonata!!!

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  4. Che bontà questi involtini Mariella!!! Immagino fossero deliziosi! Adoro la cucina orientale e questi involtini sono un perfetto compromesso tra oriente e occidente!!! Bravissima!
    Un abbraccio forte forte!
    p.s. questa volta lo zenzero non ha fatto brutti scherzi eh :)! Ci sta divinamente!!!

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