venerdì 27 settembre 2019

La mia pizza per il Club del 27

La sera prima di partire dalla Sardegna, alla fine della vacanza, non mi andava di cucinare, sporcare la cucina ecc. ecc., per cui abbiamo fatto la bella pensata di andarci a mangiare una pizza. Intendiamoci: eravamo consapevoli di ciò a cui saremmo andati incontro, ma la realtà ha superato le nostre peggiori aspettative. Una roba che a definirla pizza ci voleva coraggio. Più che altro un frisbee di pasta semi croccante, con sopra del formaggio di dubbia origine, che un "lentu" di pane carasau, infornato con sopra del buon pecorino  poco stagionato sarebbe stato infinitamente migliore ed avrebbe almeno avuto un senso legato al territorio. 
Il risultato è stato che, il giorno dopo, sull'autostrada che da Civitavecchia ci portava a Napoli, la nostra preoccupazione principale è stata quella di arrivare in tempo per trovare ancora aperta la pizzeria vicino casa (che è stata appena dichiarata la migliore della città dalla Guida del Gambero Rosso) e cancellare dai nostri palati anche solo il ricordo di quella roba mangiata la sera prima.
Eh, perché l'ho già detto, quando si tratta di pizza, io sono talebana e sono davvero pochi i posti in cui io credo che valga la pena mangiarla. Con queste premesse, io la pizza nel forno di casa non la faccio praticamente mai. Ho fatto un'eccezione ai tempi della sfida che l'MTC dedicò a questo piatto iconico della nostra tradizione e ne ho fatta un'altra per il Club del 27 che, questo mese, è andato a ripescare alcune ricette proprio di quella sfida.
La scelta è caduta sulla pizza in teglia con pecorino sardo dolce (me ne sono giusto portato un po' dalla Sardegna) e burrata della nostra Arianna. Come avevo già fatto in occasione della mia partecipazione alla sfida, ho adottato la doppia cottura testo/forno, che mi sembra l'unica capace di dare un risultato accettabile in un forno casalingo.

Pizza in teglia con pecorino sardo dolce e burrata

Per l'impasto vi rimando all'esaustivo post di Antonietta
Una volta steso il disco di pasta, metterlo su un testo di ghisa, che si sarà fatto arroventare per bene sul fornello e lasciarvelo per qualche minuto. A questo punto, distribuire sulla pizza del fior di latte tritato, una buona grattugiata di pecorino e via nel forno, tenuto per almeno 10 minuti alla massima temperatura. Sfornare la pizza, guarnirla con la burrata e altro pecorino grattugiato. Decorare con qualche foglia di basilico.




8 commenti:

  1. Io non sono napoletana quindi poche volte qui mangiamo una pizza come dovrebbe essere, quella al piatto con doppia cottura la trovo molto gustosa e la tua con pecorino e la burrata è da pura acquolina

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  2. La doppia cottura la devo provare, ma con questi ingredienti deve essere una vera delizia! Un abbraccio

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  3. Verissimo, ci sono veramente pochissimi posti dove mangiare una pizza decente...anni fa quando andai a Napoli ne assaggiai di meravigliose e, lo ammetto, per un paio d'anni, non ne ho più mangiate. Tutt'ora preferisco farmela a casa ed evitare mal di pancia assurdi.

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  4. qui ci si accontenta, e quindi ho provato ad eliminare la doppia cottura (che avevo provato ai tempi della sfida), e il risultato non mi è dispiaciuto... certo che immagino le vostre siano un'altra cosa! Complimenti la tua ha un bellissimo aspetto!

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  5. La doppia cottura la devo provare, la trovo molto interessante.
    Buonissima anche la tua pizza ^_^

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  6. Pizza deliziosa, non c'è altro da aggiungere.

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  7. Deve essere stato davvero un trauma, per te Napoletana DOC, provare una finta-pizza! Meno male ti sei rifatta a casa! :-)

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