A Natale e a Pasqua, la mia bacheca su Facebook è invasa da panettoni e colombe. Ogni volta sono tentata di provarci, ma poi desisto, anche perché son due dolci che non sono molto apprezzati, a casa mia. Però, avevo proprio voglia di cimentarmi con un grande lievitato, per cui ho deciso di gettarmi nell'agone. La scelta è caduta non sulla colomba, bensì sulla veneziana, che, in fin dei conti, è molto simile. Poiché, sempre su Facebook, frequento un gruppo di "pazzi" per i lievitati, creato da Paoletta, del blog Anice e Cannella, socia di Adriano Continisio nel tenere corsi sui lievitati, in giro per l'Italia, ho deciso di seguire la sua ricetta, nella versione con lievito di birra ( il lievito madre non fa per me: non ho la pazienza necessaria e, in più, non panifico così spesso da giustificare l'impegno necessario per la corretta gestione di quella specie di Tamagotchi). Che dire? E' stato impegnativo, ci son voluti tre giorni, ma la soddisfazione è stata enorme. Soprattutto, è stato molto istruttivo, credo di aver capito davvero come si affronta un grande lievitato e questo mi darà sicurezza, quando, in futuro, vorrò prepararne altri.
Questo è un post senza ricetta, in quanto non mi sembra che avrebbe molto senso riportare quella di Paoletta, pari pari: basta seguire il link che ho messo.
Di mio, aggiungo una considerazione ed uno schema della tempistica.
La considerazione riguarda l'importanza fondamentale del rispettare la sequenza d'inserimento degli ingredienti e di non aggiungere altri ingredienti, prima che i precedenti siano stati perfettamente incorporati e l'impasto abbia ripreso corda. Questa cosa è così importante che non sarà mai troppo sottolineata.
Per quanto concerne i tempi:
Primo giorno: inizio alle 18, con la preparazione della biga e della pasta aromatizzata
Secondo giorno: alle 12, preparazione del primo impasto e lo si mette a lievitare, fino a che triplica (mettere un po' d'impasto in un bicchiere graduato, in modo da poter controllare che sia effettivamente triplicato); il mio aveva triplicato intorno alle 20, ora in cui ho proceduto col secondo impasto e l'ho messo negli stampi e via in frigo
Terzo giorno: al mattino, tirare fuori gli stampi dal frigo e lasciar lievitare. Questo è stato il momento più critico, perché io, dopo averli tirati fuori, sono andata a lavoro, aspettandomi, al mio ritorno di trovare le veneziane pronte da infornare e, invece, ho trovato che si erano alzate si, ma erano ancora ben lontane dal bordo dello stampo. Ho passato un pomeriggio in ansia, controllando la lievitazione passo passo. Ad un certo punto, ho fatto ricorso alla mia "camera di lievitazione": la lavastoviglie... In pratica, ho fatto un ciclo di lavaggio a vuoto e, una volta terminato, ci ho chiuso dentro le veneziane. Devo dire che questo passaggio ha dato una bella spinta alla lievitazione, ma, anche così, ci son volute quasi 12 ore, prima che potessi infornarle.
Un'ultima cosa: l'aver usato le scorze d'arancia candite fatte da me e l'estratto di vainiglia, anch'esso home made hanno fatto la differenza nella aromatizzazione.
Questa è la prova "velo". La foto è pessima, ma fotografare con una mano sola non è il massimo, ai fini della stabilità.
L'impasto dopo la prillatura ( non, pirlatura, per favore... ma so che questa è un'altra battaglia persa, come qual è senza apostrofo o condicio sine qua non, anzichè conditio...)
Pronte per essere infornate.
La fetta! Questa è la piccola, perché la grande è stata regalata.
Questo è un post senza ricetta, in quanto non mi sembra che avrebbe molto senso riportare quella di Paoletta, pari pari: basta seguire il link che ho messo.
Di mio, aggiungo una considerazione ed uno schema della tempistica.
La considerazione riguarda l'importanza fondamentale del rispettare la sequenza d'inserimento degli ingredienti e di non aggiungere altri ingredienti, prima che i precedenti siano stati perfettamente incorporati e l'impasto abbia ripreso corda. Questa cosa è così importante che non sarà mai troppo sottolineata.
Per quanto concerne i tempi:
Primo giorno: inizio alle 18, con la preparazione della biga e della pasta aromatizzata
Secondo giorno: alle 12, preparazione del primo impasto e lo si mette a lievitare, fino a che triplica (mettere un po' d'impasto in un bicchiere graduato, in modo da poter controllare che sia effettivamente triplicato); il mio aveva triplicato intorno alle 20, ora in cui ho proceduto col secondo impasto e l'ho messo negli stampi e via in frigo
Terzo giorno: al mattino, tirare fuori gli stampi dal frigo e lasciar lievitare. Questo è stato il momento più critico, perché io, dopo averli tirati fuori, sono andata a lavoro, aspettandomi, al mio ritorno di trovare le veneziane pronte da infornare e, invece, ho trovato che si erano alzate si, ma erano ancora ben lontane dal bordo dello stampo. Ho passato un pomeriggio in ansia, controllando la lievitazione passo passo. Ad un certo punto, ho fatto ricorso alla mia "camera di lievitazione": la lavastoviglie... In pratica, ho fatto un ciclo di lavaggio a vuoto e, una volta terminato, ci ho chiuso dentro le veneziane. Devo dire che questo passaggio ha dato una bella spinta alla lievitazione, ma, anche così, ci son volute quasi 12 ore, prima che potessi infornarle.
Un'ultima cosa: l'aver usato le scorze d'arancia candite fatte da me e l'estratto di vainiglia, anch'esso home made hanno fatto la differenza nella aromatizzazione.
Questa è la prova "velo". La foto è pessima, ma fotografare con una mano sola non è il massimo, ai fini della stabilità.
L'impasto dopo la prillatura ( non, pirlatura, per favore... ma so che questa è un'altra battaglia persa, come qual è senza apostrofo o condicio sine qua non, anzichè conditio...)
Pronte per essere infornate.
La fetta! Questa è la piccola, perché la grande è stata regalata.
E' questa la colomba??Bene,la provo,grazie per le dritte!!
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