mercoledì 20 aprile 2016

La mia prima volta

In questi giorni, tanti blog pulluleranno di foto e resoconti su Le strade della Mozzarella, il convegno tutto dedicato a questo meraviglioso prodotto, che si è tenuto nei giorni scorsi a Paestum. E saranno sicuramente resoconti dettagliatissimi e foto eccezionali, tutt'altra cosa da quello che troverete qui.
Perché io ho scelto di vivermi la mia prima partecipazione a questo evento senza il filtro di un obiettivo e senza l'ossessione di annotare tutto, perché mi sarebbe sembrato di perdermi qualcosa. Che poi, alla fine, qualche foto l'ho fatta e qualche appunto l'ho preso, ma quello che m'interessa è trasmettervi, in ordine sparso, le emozioni che ho provato.
Cominciamo dalla cosa che forse mi ha colpita di più e che non è stata né un piatto né uno chef, ma un signore olandese, che parlava con accento veneto, il quale metteva in mostra e faceva assaggiare un'incredibile varietà di erbe, dai sapori più insoliti, una vera miniera di sapori, con i quali sarebbe interessantissimo giocare, se non fosse che il suddetto signore vende solo ai professionisti.


Forse frustrata dall'impossibilità di avere nella mia cucina un po' di quelle erbe, lunedì notte ho sognato di ritrovarmi da sola sulla terrazza del Savoy Hotel, sede della manifestazione, e di sedermi davanti a tutte quelle piantine, per poterle assaggiare tutte, indisturbata. Per dire come sto messa...
Sulla stessa terrazza, oltre ai caseifici che esponevano e facevano assaggiare i loro prodotti, si svolgevano i "Taste Lounge" dedicati al fritto, alla pasta e ai dolci. Ovviamente, la ressa non era poca e non sempre me la son sentita di fare la coda, tuttavia, qualcosa ho provato. Molto delusa dall'arancino di Pasquale Torrente, che non era fritto in maniera uniforme e, soprattutto, non sapeva di molto. La pizza fritta della Masardona, invece, è stata una piacevole conferma.
Il gelato di pasta all'acqua di pomodoro con caviale di semi di basilico andava provato, giusto per poterlo cancellare a ragion veduta: una consistenza pesante, assolutamente non fresca e, tutto sommato, anche poco saporito.


Io ero prenotata per il laboratorio dolce di Daniele Bonzi, che ci ha servito una sua versione dell'Opera: un biscotto alla farina di lenticchie, con crema al burro, lemon curd e lenticchie soffiate. Purtroppo, io non amo la crema al burro e nemmeno la freschezza del lemon curd riusciva ad alleggerirla.


Nelle sale, invece, si svolgevano i cooking show, nel corso dei quali chefs, pizzaioli e pasticceri si misuravano con la mozzarella, come ingrediente principale. E s'è visto di tutto: cose interessanti, insieme a sperimentazioni estreme, dagli esiti non sempre felici. 
Ad esempio, Enrico Crippa ha reinterpretato la parmigiana di melanzane, frullando, separatamente, la salsa di pomodoro, una fonduta di parmigiano e la polpa delle melanzane e riducendo ciascuno di questi elementi, forse con l'aggiunta di un qualche tipo di addensante, a tre "mattonelle", sottili ed irregolari, sulle quali distribuire la mozzarella ed il basilico. Io sarei voluta andare da lui e chiedergli: "ma perché?"...
Sarà che io, sulla parmigiana, sono particolarmente sensibile, perché la ritengo, quando è fatta bene, una delle cose più buone che si possano mangiare, ma davvero non capisco l'utilità di un simile stravolgimento, se non riesce a produrre qualcosa che sia buono almeno quanto l'originale.
Ovviamente, non poteva mancare uno chef molecolare, in questo caso, Oriol Castro, che ha preparato, tra le altre cose, un gelato di mozzarella all'azoto liquido e cubetti di mozzarella liofilizzata, da gustare bevendo, in contemporanea, l'acqua della mozzarella. Insolito, ma nulla che mi abbia colpita particolarmente.
Mi è piaciuto molto, invece, un risotto di Andrea Berton, sul quale non mi dilungo, perché ho intenzione di provare a rifarlo. Per ora, accontentatevi della foto.


Altra cosa che ho trovato molto interessante è stato il cioccolatino preparato da Silvio Salmoiraghi: dentro una camicia di cioccolato fondente, un ripieno di mozzarella di bufala, marinata nel suo latte, salsa di pomodoro verde all'aglio fresco, fiori di pepe e liquirizia. Davvero un abbinamento di sapori molto gradevole nell'insieme.



Alexandre Gauthier ha presentato dei ravioli di rapa bianca, ripieni di mozzarella e serviti su una tartare di vitello


e della mozzarella affumicata "rivestita" da una riduzione di succo di barbabietola


Ernesto Iaccarino. Parliamone. Perché ce le ha proprio tutte: oltre ad essere un grande chef ed un gran figo è anche simpatico, schietto e non se la tira per nulla. Mentre, alla fine del suo intervento, tutti lo tiravano di qua e di là, lui si è fermato con noi per raccontarci come fa lui la salsa di pomodoro. Un grande!
Ma, al di là degli chef, degli assaggi, delle cose che ho imparato, è stata una festa: un posto bellissimo, un clima perfetto e l'incontro con vecchi e nuovi amici di pentola, con cui ridere e commentare e provare e ridere ancora.
Insomma, è stata la prima volta, ma conto che non sia l'ultima.

P.S. Non potevo tornare a casa senza portare un po' di mozzarella al marito e gliene ho portata una eccezionale


E, mi vergogno un po' a dirlo, credevo di essere satura di mozzarella e, invece, arrivata a casa, ne ho mangiata ancora...


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