C'era una volta, un generale borbonico, Paolo Avitabile, che, ad un certo punto della sua vita, abbandonò il Regno delle Due Sicilie, per offrire i suoi servigi all'Inghilterra. Nella nuova veste di ufficiale di Sua Maestà Britannica, fu inviato a prestare servizio in Afghanistan e lì riuscì in un'impresa mai più riuscita a nessuno, nemmeno all'Unione Sovietica o agli Usa: domare le indocili tribù pashtun. E lo fece con mano così pesante, uccidendo e torturando, che, a quanto pare, ancor oggi, le mamme afgane, quando voglio far star buoni i bambini irrequieti, minacciano di chiamare "Abu Tabela"- storpiatura di Avitabile - proprio come le nostre nonne minacciavano di chiamare l'Uomo Nero o il Gatto Mammone.
Una volta congedato, il Duca di Wellington in persona gli fece dono di una sciabola e di un torello, di due vacche gravide e di una vitella, tutti di razza Jersey, dono prezioso, perché, all'epoca, era vietato portare fuori dall'Inghilterra bovini appartenenti a quella razza.
(foto da Wikipedia)
(foto da Wikipedia)
Avitabile tornò nella natia Agerola, cittadina che sovrasta il lato amalfitano della Penisola Sorrentina ed ubicata in una zona così vocata all'allevamento bovino che i suoi rilievi prendono il nome di Monti Lattari. Abbandonato il mestiere delle armi e tornato ad una più tranquilla vita da possidente, Avitabile incrociò i bovini avuti in dono con le razze locali - la Bruna e la Podolica -, ottenendo il primo nucleo di una nuova razza, che, nel 1952, ha ottenuto il riconoscimento ufficiale dal Ministero dell'Agricoltura ed il nome di Agerolese.
Ed è proprio il latte di queste mucche a rendere così speciali i latticini che provengono da quelle zone, su tutti, il fior di latte ed il provolone del Monaco. Quest'ultimo è un caciocavallo che viene prodotto fin dal '700 e che deve il suo nome al pesante mantello indossato dai pastori, che ricordava la tonaca dei monaci. Lo si può trovare in vendita a vari gradi di stagionatura: da quello più dolce a quello più piccante. Nel 2010 ha ottenuto la DOP. Si tratta, quindi, di un'eccellenza della mia regione, che ho voluto impiegare per una versione dello scarpariello leggermente diversa da quella proposta da Paola, il nostro terzo giudice per questo MTC n. 48.
"Scarparo", in napoletano, significa calzolaio, ciabattino (da qui un bellissimo detto: "si nun sapite fa' 'o scarparo, lassate stà 'e semenzelle", cioè, se non siete ciabattini, non toccate i chiodini piccoli come semi, che vengono usati per riparare le scarpe, invito a non occuparsi di cose di cui non si è esperti, proverbio, quindi, quanto mai attuale in un'epoca come la nostra, in cui ognuno si sente autorizzato ad aprir bocca su tutto, anche su cose di cui sa poco o nulla). Pare che il nome dato a questo piatto - lo scarpariello - derivi dal fatto che i ciabattini, venendo spesso pagati non con denaro, ma con pezzi di formaggio, lo usassero generosamente per rendere più saporito un semplice piatto di pasta col pomodoro.
Scarpariello dei Monti Lattari
Pomodorini del piennolo 300 g
Provolone del Monaco 50 g
Linguine di Gragnano 250 g
Olio evo 2 cucchiai
Aglio 1 spicchio
Basilico
Sale
Rosolare l'aglio nell'olio e aggiungervi i pomodorini. Dal momento che non siamo ancora nella stagione giusta per i pomodori, io ho usato questi ottimi pomodorini vesuviani.
Cuocere il sugo per una decina di minuti, aggiungendo, alla fine, basilico sminuzzato.
Nel frattempo, grattugiare il provolone del monaco e lessare le linguine in acqua bollente salata con moderazione.
Scolare la pasta ben al dente e saltarla in padella, mantecandola col formaggio.
Scarpariello dei Monti Lattari
Pomodorini del piennolo 300 g
Provolone del Monaco 50 g
Linguine di Gragnano 250 g
Olio evo 2 cucchiai
Aglio 1 spicchio
Basilico
Sale
Rosolare l'aglio nell'olio e aggiungervi i pomodorini. Dal momento che non siamo ancora nella stagione giusta per i pomodori, io ho usato questi ottimi pomodorini vesuviani.
Cuocere il sugo per una decina di minuti, aggiungendo, alla fine, basilico sminuzzato.
Nel frattempo, grattugiare il provolone del monaco e lessare le linguine in acqua bollente salata con moderazione.
Scolare la pasta ben al dente e saltarla in padella, mantecandola col formaggio.
non ho mai avuto il piacere di assaggiare questo provolone che deve avere un gusto unico, come la tua pasta! Semplice, ma speciale, baciotti e ronron Helga e Magali
RispondiEliminaMa quanto mi piace la storia di Avitabile...ma che chicca stupenda!!! E ora non mi resta che venire da quelle parti a procurarmi il provolone del Monaco..perchè amo molto questi connubio formaggio/pomodoro!! Una buona giornata Mariella, baci Flavia
RispondiEliminala mucca agerolese la conoscevo ma non conoscevo la sua origine!! una bella storia (un pò meno per gli afgani)
RispondiEliminaGrazie!!
Che bello!!! E' un continuo informarsi e crescere al MTC . Grazie Mariella per questa tua rivelazione e complimenti per la tua ricetta!
RispondiEliminaCiao
A presto
Una versione campana al 100% dello scarpariello. Mi piace moltissimo la storia del generale Avitabile :) Non si finisce mai di imparare all'MTC anche quando si è giudici :) E questa cosa mi piace molto, come la tua ricetta :) Grazie mille :)
RispondiElimina...e tu ne sai,Mariella.
RispondiEliminaNe sai. e le sai raccontare,con quell'amore che si mischia alla fierezza delle proprie origini, e le sai rappresentare, con piatti che si imprimono, nel gusto e nella memoria.
E' la tua gara, questa- e io faccio un tifo tutto speciale per te.
anche qui in Sicilia scarparo significa ciabattino e d'altronde la storia ci rende un pò fratelli...mi piace molto questa ricetta che "semplicemente" invita!
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