Qualche sera fa, mio marito è tornato a casa con un grosso scatolone e mi fa: "Stasera, ho fatto un figurone in portineria. Salvatore (il portiere n.d.r.) ha fatto cenno a me e ad un altro signore di fermarci ed ha consegnato a me questa scatola enorme e all'altro signore un pacchettino miserrimo!" Si trattava della scatola contenente i prodotti inviatimi per partecipare al concorso Mangiare Matera, ospitato dal blog Scatti golosi. Non c'è niente da fare: l'arrivo di un pacco, anche se sai perfettamente cosa contiene, riempie di un'aspettativa gioiosa, come se fosse arrivato Babbo Natale. L'ho aperto ed ho tirato fuori tutte le cose buone che conteneva.
Per prima cosa, ci siamo fatti fuori un paio di fette di pane di Matera con della buona soppressata calabrese, poi, il pacco di semola mi ha fatto venire voglia di uno dei miei comfort food preferiti: il semolino. Avevo sentito parlare ripetutamente del grano duro Senatore Cappelli, ma non avevo mai avuto occasione di provare la farina di semola da esso ottenuta. Bè, è stata una rivelazione: un semolino come quello non l'avevo mai mangiato!
Dopo questo primo approccio, ho cominciato a strologare sulla ricetta da preparare per il concorso. Mille idee si affacciavano alla mente, venivano scartate, riprese, senza riuscire a decidermi. Di una sola cosa ero certa: volevo usare quella semola per una pasta fatta in casa. Alla fine, mi son ricordata di un piatto assaggiato da Aimo e Nadia: tagliatelle al cioccolato con ragù di cinghiale. Ma, prima ancora che io partissi alla non facile ricerca della carne di cinghiale, mio marito ha manifestato scarsissimo gradimento per la stessa. Ora, essendo lui il mio unico commensale, potevo mai scontentarlo? Ho pensato, quindi, di fare delle tagliatelle al ragù d'anatra, ma, poi, è capitato che mio marito vedesse preparare, in tv, della pasta alla chitarra e mi ha chiesto di fargliela. Anche qui: potevo mai dirgli di no? C'è da dire, però, che la mia pur sovradimensionata dotazione di attrezzature da cucina non contempla la chitarra. In compenso, ho una vetustissima Pastamatic, ereditata da mia madre, che avrà quasi 40 anni, ma che ancora il suo lavoro lo fa, specie in occasione della preparazione dei chili e chili di struffoli che preparo a Natale. Tra l'altro, rispetto ai modelli più recenti, la mia macchina ha in dotazione trafile di bronzo e non di plastica, trafile che, come tutti sanno, conferiscono una piacevole ruvidità alla pasta. E, tra queste trafile, ho proprio quella della pasta alla chitarra. E così, ieri mattina, mi son dedicata alla preparazione. Il risultato è stato eccellente: una pasta "callosa" e saporita, che ha retto benissimo, fino alla fine, nonostante la lentezza da bradipo con cui mangia mio marito. E il ragù, con l'aroma conferitogli dall'arancia, per noi che non siamo abituati a mangiare quel tipo di carne (il mio macellaio ci ha messo una settimana per procurarmela...), è stato una piacevolissima sorpresa.
Per prima cosa, ci siamo fatti fuori un paio di fette di pane di Matera con della buona soppressata calabrese, poi, il pacco di semola mi ha fatto venire voglia di uno dei miei comfort food preferiti: il semolino. Avevo sentito parlare ripetutamente del grano duro Senatore Cappelli, ma non avevo mai avuto occasione di provare la farina di semola da esso ottenuta. Bè, è stata una rivelazione: un semolino come quello non l'avevo mai mangiato!
Dopo questo primo approccio, ho cominciato a strologare sulla ricetta da preparare per il concorso. Mille idee si affacciavano alla mente, venivano scartate, riprese, senza riuscire a decidermi. Di una sola cosa ero certa: volevo usare quella semola per una pasta fatta in casa. Alla fine, mi son ricordata di un piatto assaggiato da Aimo e Nadia: tagliatelle al cioccolato con ragù di cinghiale. Ma, prima ancora che io partissi alla non facile ricerca della carne di cinghiale, mio marito ha manifestato scarsissimo gradimento per la stessa. Ora, essendo lui il mio unico commensale, potevo mai scontentarlo? Ho pensato, quindi, di fare delle tagliatelle al ragù d'anatra, ma, poi, è capitato che mio marito vedesse preparare, in tv, della pasta alla chitarra e mi ha chiesto di fargliela. Anche qui: potevo mai dirgli di no? C'è da dire, però, che la mia pur sovradimensionata dotazione di attrezzature da cucina non contempla la chitarra. In compenso, ho una vetustissima Pastamatic, ereditata da mia madre, che avrà quasi 40 anni, ma che ancora il suo lavoro lo fa, specie in occasione della preparazione dei chili e chili di struffoli che preparo a Natale. Tra l'altro, rispetto ai modelli più recenti, la mia macchina ha in dotazione trafile di bronzo e non di plastica, trafile che, come tutti sanno, conferiscono una piacevole ruvidità alla pasta. E, tra queste trafile, ho proprio quella della pasta alla chitarra. E così, ieri mattina, mi son dedicata alla preparazione. Il risultato è stato eccellente: una pasta "callosa" e saporita, che ha retto benissimo, fino alla fine, nonostante la lentezza da bradipo con cui mangia mio marito. E il ragù, con l'aroma conferitogli dall'arancia, per noi che non siamo abituati a mangiare quel tipo di carne (il mio macellaio ci ha messo una settimana per procurarmela...), è stato una piacevolissima sorpresa.
Pasta alla chitarra con ragù d'anatra all'arancia (x 3)
Per la pasta
Semola di grano duro Senatore Cappelli 200 g
Farina 00 50 g
Uova 2 e 1/2
Impastare bene la farina con le uova. Avvolgere la pasta nella pellicola e farla riposare mezz'ora, prima di tirare la sfoglia. Tagliare gli spaghetti. Mettere gli spaghetti alla chitarra ad asciugare.
Per il ragù
Petto d'anatra 1
Cipolla 1/2
Sedano 1 costa
Arancia 1
Olio evo 2 cucchiai
Salvia
Sale
Spellare il petto d'anatra , disossarlo e tritarlo a coltello. Mettere la pelle in un tegame e farla rosolare, in modo che rilasci il suo grasso. Levare la pelle e, nello stesso tegame, scaldare l'olio. Aggiungere la cipolla ed il sedano tritati e rosolare a fuoco lento, sfumando, quando necessario, con metà del succo dell'arancia. Quando le verdure saranno disfatte, aggiungere la carne e qualche foglia di salvia. Cuocere per una decina di minuti, sfumando col resto del succo d'arancia. Salare. Lessare al dente gli spaghetti alla chitarra e saltarli velocemente nel tegame col ragù. Impiattare, decorando con zeste d'arancia e qualche foglia di salvia.
Con questa ricetta partecipo al Concorso Mangiare Matera.
Forte tuo marito e la tua pasta è semplicemente perfetta, in bocca al lupo per il concorso!
RispondiEliminaPiù che perfetta! Inoltre ti do ragione: i prodotti del Pastificio Cappelli sono spettacolari. La semola poi ha una resa meravigliosa e che dire del tuo ragù? DA RIFARE!
RispondiEliminaNora
Che invidia la macchina per fare la pasta...bellissima prova!!
RispondiEliminaSarei venuta io a mangiare le tagliatelle al cacao con il cinghiale!!! ;)
RispondiEliminaOttima scelta quella del maritino, la chitarra è sempre la chitarra! :)
Grazie per la ricetta... in bocca allupo per il concorso! :)
RispondiEliminaTuo marito è veramente fortunato, e da quanto ho capito apprezza ciò che la tua arte culinaria gli offre con amore. Cucinare è una mainfestazione di affetto e generosità. Ti faccio i miei complimenti, ricetta deliziosa, ciao
RispondiEliminaM.G