venerdì 29 giugno 2012

E son soddisfazioni...

Eh si, credo proprio che, per qualunque genitore, un figlio che completa un corso di studi, per di più in maniera onorevolissima, sia una soddisfazione enorme. Osservare un figlio crescere e maturare, vincere le sue incertezze fino ad ottenere questo risultato ripaga di tutte le ansie e le trepidazioni. Certo non mi nascondo che il difficile inizia adesso, che trovare un lavoro, in un Paese come questo, in un momento come questo sia un' impresa, ma, per ora, mi godo questo successo e mi fa piacere condividerlo con chi mi legge.
Questa è la famiglia festante, compresa quella splendida ragazza sulla sinistra, che è la fidanzata di mio figlio e che ritengo abbia avuto un ruolo importante in questo processo di crescita, cosa di cui le sarò sempre grata.
Ovviamente, la sera abbiamo festeggiato con tutti i parenti e qualche amico dei figli e indovinate chi ha cucinato? Non  che me ne lamenti, sia chiaro: per me, cucinare è sempre una festa, più che mai in un' occasione così gioiosa.
Dal menu della serata, ho scelto di raccontarvi questa ricetta, semplicissima, molto fresca e di stagione. Sono andati a ruba!

SPIEDINI DI SFORMATO DI VERDURE

Melanzane              2
Peperoni                 2
Zucchine                500 g.
Uova                      4
Parmigiano             60 g.
Pan grattato            50 g.
Olio                        1/2 bicchiere
Basilico
Sale
Aglio                       1 spicchio

Tagliare separatamente le verdure a cubetti (non preoccupatevi di farli molto piccoli, perchè è inutile). In una larga padella, rosolare lo spicchio di aglio nell'olio; aggiungervi prima i peperoni, dopo qualche minuto le melanzane e, da ultime, le zucchine. Cuocere finchè le verdure saranno diventate tenere, salarle e farle raffreddare. In una larga ciotola, sbattere le uova con una forchetta, aggiungervi il parmigiano grattugiato, il pan grattato e tanto basilico tritato. Sgocciolare il più possibile le verdure dall'olio e aggiungerle alle uova. Ungere uno stampo da plum cake e spolverizzarlo di pan grattato; versarvi il composto, livellarlo ed infornare a 180 gradi per circa 40 minuti. Una volta freddo, tagliare lo sformato a cubetti e infilzarli sugli spiedini.

giovedì 28 giugno 2012

E terza scaloppina sia!

L' MTC, si sa, è una febbre che colpisce, indistintamente, chiunque vi partecipi, rendendo il/la malcapitato/a ossessionato/a dalla ricetta del mese. E' inevitabile, quindi, che, a furia di arrovellarsi, il cervello, continuamente stressato, finisca col partorire più versioni della ricetta incriminata. E non c'è verso di farsi trattenere da considerazioni del tipo: "questa è banale", "chissà quanti altri ci avranno già pensato". Niente da fare: sto giocando? ed io, allora, gioco fino in fondo! Finisce così che, persino in un mese per me tanto incasinato come questo, io sia riuscita a produrre tre scaloppine diverse. Piuttosto, mi rammarico enormemente di non avere il tempo materiale di dedicarmi alla quarta, che pure, come idea, mi piaceva molto, ma, chissà, magari, nei prossimi giorni, la pubblicherò comunque, fuori concorso.

SCALOPPINA DI MAIALE AL CALVADOS

Per 2 persone

Fettine di lonza di maiale            300 g.
Farina                                          1 tbs.
Burro chiarificato                        30 + 30 g.
Calvados                                     1 bicchierino
Brodo vegetale                            1 mestolo
Mele  annurche                            2
Miele                                           1 tsp.

Tagliare le mele a cubetti e farle rosolare in padella, a fuoco vivace, con 30 g. di burro ed il miele; tenerle in caldo.
Infarinare le fettine di lonza e cuocerle rapidamente nel restante burro.  Deglassare col Calvados. Levare le fettine di carne dalla padella e tenerle in caldo. Versare un mestolo di brodo nel fondo di cottura e far restringere il sughetto. Servire le scaloppine con la salsina e accompagnarle con le mele.


                                                         

Con questa ricetta partecipo all' MTC di giugno.

                                             

mercoledì 27 giugno 2012

C'era una volta...


C'era una volta, un umile pesce azzurro, così umile che, talora, era possibile trovarlo al mercato ad un prezzo persino inferiore a quello della già umile acciuga. Questo pesce era noto, nella terra di Partenope, come pesce bandiera, pesce spatola nel resto d'Italia. Com' è come non è, l'umile pesce azzurro attirò l' attenzione di chef dalla toque aureolata di stelle e così si ritrovò impiegato in ricette blasonate. Fu così che si montò la testa ed iniziò a guardare dall' alto in basso spigole ed orate, che, da quando avevano iniziato ad essere oggetto di allevamento, erano precipitate sulle tavole plebee. Ma, benché non fosse più economico come un tempo, tanti erano e sono i pregi del pesce bandiera: saporito, ricco dei "soliti" omega 3 e, una volta sfilettato, semplice da consumare, senza stare a battagliare con spine insidiose, dalle quali difendersi inforcando gli occhiali e rivolgendo una devota preghiera a San Biagio, protettore dei malanni della gola.
Ed è proprio grazie a tutte queste buone qualità che il pesce bandiera è stato l'ingrediente che ho scelto per la mia  seconda partecipazione all'MTC di giugno.

Scaloppina di pesce bandiera alla tapenade

Per 2 persone

Filetti di pesce bandiera               300 g.
Farina                                              1 tbs.
Vino bianco secco                         2 tbs.
Cipolla                                             1/2
Carota                                              1
Sedano                                            1 costa
Olive di Gaeta                                 80 g.
Capperi                                            2 tsp.
Acciuga sott'olio                             1
Aglio                                                 1/2 spicchio
Olio evo                                           1 + 1 tbs.
Sale

Sfilettare o farsi sfilettare il pesce, avendo cura di tenere da parte testa e lisca, che andranno poste in una casseruola, ricoperte a filo d'acqua e fatte cuocere per un' ora, con l' aggiunta della cipolla, della carota e del sedano. Filtrare, ottenendo, così, un fumetto di pesce.
Preparare la tapenade, frullando le olive denocciolate, insieme ai capperi, all'acciuga, ad un cucchiaio di olio evo e all'aglio, privato del germoglio interno, fino ad ottenere una crema.
Infarinare i filetti di pesce e farli rosolare, prima dalla parte della pelle, nell 'olio evo rimanente. Deglassare col vino bianco. Levare i filetti dalla padella e tenerli in caldo. Aggiungere al fondo di cottura un mestolo di fumetto di pesce, ottenendo una salina, che andrà versata sul pesce. Servire con l'accompagnamento della tapenade.




Con questa ricetta partecipo all' MTC di giugno

                                           

mercoledì 20 giugno 2012

Scaloppina Satay

So di non essere stata la sola ad aver avuto questa reazione, ma, quando ho letto il tema dell' MTC di questo mese, ho pensato che non sarei stata minimamente capace di partorire  mezza idea. Ma potevo mai "passare"? Eh no! Per almeno due ottime ragioni. Innanzitutto, se non fosse stato per l' MTC, non mi sarei mai decisa ad aprire questo blog, per cui non potevo certo saltare il mio primo MTC da foodblogger. La seconda ragione ha a che fare più intimamente con la mia storia personale. Dovete sapere che mio padre era di Ischia e che lui, negli anni '50, con felice lungimiranza, aveva compreso che il futuro dell'isola sarebbe stato il turismo. E così, raggranellati tutti i risparmi e indebitatosi, aprì un bellissimo albergo. E di questo albergo io ero l'incontrastata principessina, coccolata da tutti: da Vito, il caffettiere, Ugo, il segretario, Pietro, il fascinosissimo maitre, che faceva strage tra le turiste, Marcuccio, il portiere di notte, a cui, ogni tanto, toccava farmi da baby sitter, quando i miei uscivano di sera. Ovviamente, nella mia felice ingenuità di bimba, il sospetto che tante premure fossero dovute al fatto che ero "la figlia del padrone" non venne mai ad inquinare la serenità con cui vivevo la mia condizione privilegiata. "La villeggiante numero uno" mi chiamavano... E capita che uno dei miei ricordi più remoti sia l'immagine di me, credo a 5 anni, in piedi su uno sgabello, nella cucina dell'albergo, con lo chef che mi insegnava ad infarinare la scaloppina, che avrei mangiato di lì a poco. Direi, quindi, che la nascita della mia passione per la cucina sia indissolubilmente legata proprio alla scaloppina, per cui toccava che  che un' idea per una scaloppina me la facessi assolutamente venire. In realtà, alla fine, di idee me ne sono venute almeno tre, ma questa è un'altra storia... Oggi parliamo della prima di queste idee, ispirata ad una ricetta indonesiana.

SCALOPPINA DI POLLO SATAY


Per 2 persone:

Petto di pollo      300 g.
Farina di riso       2 tbs
Latte di cocco      200 ml
Salsa di soia        3 tbs
Arachidi             100 g.
Lime                   1
Zenzero              1 tbs
Peperoncino        1/2 cucchiaino
Aglio                   1/2 spicchio
Burro chiarificato 30 g.

Preparare una marinata con la salsa di soia, l'aglio tritato ed il succo del lime e immergervi il petto di pollo, tagliato a fette e battuto per renderlo sottile, e lasciarvelo tutta la notte. Il giorno dopo, infarinare le fettine di petto di pollo, sgocciolate dalla marinata, con la farina di riso. Far fondere il burro in una padella e adagiarvi le fettine di pollo; farle rosolare, deglassando con il latte di cocco (tenerne da parte un paio di cucchiai). Levare il pollo dalla padella e tenerlo in caldo. Versare nella padella la marinata e far restringere la salsina. Frullare le arachidi, fino ad ottenere una pasta ( si potrebbe usare anche del burro di arachidi confezionato, ma io preferisco quello "home made" ); diluire la pasta di arachidi con il restante latte di cocco, aggiungere la polvere di peperoncino, scaldare sul fuoco e accompagnare con questa salsa la scaloppina.

Con questa ricetta partecipo all' MTC di giugno


lunedì 18 giugno 2012

UN TORMENTONE

Credo che chiunque coltivi una passione provi il desiderio di condividerla e, se gli riuscisse di condividerla con un figlio, sarebbe il massimo. Io non faccio eccezione, per cui, amando la cucina ed avendo una figlia, ho spiato con trepidazione l'apparire in lei di qualunque debole segnale di amore per lo spignattamento. Sono riuscita a contagiarla con la mia passione? La risposta è: ni… Nel senso che, quando ci si mette, debitamente indirizzata, non se la cava male. Il punto è che ci si mette di rado. Ma, del resto, alla sua età, credo sia comprensibile se, dopo una giornata di lavoro, preferisca uscire con gli amici, anziché mettersi in cucina. Oppure, se resta a casa, difende la sua taglia 40 con petto di pollo ed insalata. Epperò, cucinare con lei è una delle cose mi manca, in particolare quando si tratta di curare l'aspetto estetico di un piatto. L'artista di famiglia è lei ed ha una manualità per certe cose che io mi sogno. Ho sempre pensato che una collaborazione tra me e lei in cucina avrebbe potuto essere molto fruttuosa. Il post di oggi testimonia il risultato ottenuto in una delle rare occasioni in cui questa sinergia c'è stata. Eravamo al mare e cadeva il primo compleanno della figlia di mia nipote. Cucina spartana, poco attrezzata, reperibilità di ingredienti "strani" limitata…mi torna alla mente un tormentone che, in quel periodo, girava sul web: la torta papera! E sono certa che, senza l'abilità di mia figlia nel modellare becco e zampe, sarebbe venuta fuori una papera sbilenca… La foto è quella che è, ma è stata scattata col cellulare.

  TORTA PAPERA

PAN DI SPAGNA
 da 26 cm. 6 uova 180 g. farina 180 g. zucchero
 Per il pan di spagna da 24 cm. 4 uova 120 g. farina 120 g. zucchero

 Montare le uova intere con lo zucchero per almeno 15 minuti. Setacciare la farina e aggiungerla delicatamente alle uova, mescolando dal basso verso l'alto. Imburrare e infarinare due tortiere, versarvi le montate e cuocere in forno a 180 gradi, finchè uno stecchino, infilato nell'impasto, uscirà asciutto. Mezz'ora di cottura dovrebbe essere sufficiente.

  CREMA PASTICCERA (Paolo Fulgente)

500 g di latte 500 g di panna fresca 300 g di zucchero 300 g di tuorli 1 bacca di vaniglia la buccia di un limone 80 g di amido di mais Mescolare i tuorli con lo zucchero e l’amido. Far bollire il latte e la panna con la bacca di vaniglia incisa e la buccia di limone, versare sui tuorli, mescolare bene e portare a 85°. Mettere la crema in un contenitore largo e basso, in modo che si raffreddi rapidamente e coprirla con pellicola a contatto, in modo da evitare il formarsi della "pelle" in superficie.

   BAGNA ALL' ARANCIA

300 ml. acqua 300 ml. succo d'arancia 300 ml. zucchero Sciogliere lo zucchero nell'acqua, portare a bollore e spegnere. Quando lo sciroppo è freddato, aggiungere il succo d'arancia.

  INOLTRE

3 tbs gocce di cioccolato 300 g. marzapane 50 g, cioccolato fondente 2 bustine zafferano in polvere zucchero a velo

 Tagliare il pds a fette ed usarlo per rivestire due ciotole semisferiche, una di 22 cm ed un'altra di 16 cm di diametro; bagnare con la bagna all'arancia. Mescolare le gocce di cioccolato alla crema (tenere da parte un paio di cucchiai di crema) e versarla nelle ciotole. Chiudere con altre strisce di pds, bagnarle e mettere in frigo (vi avanzerà un po' di pds). Stendere il marzapane, aiutandosi con dello zucchero a velo. Ritagliare 2 ovali, che diventeranno gli occhi della papera. Sciogliere a bagnomaria il cioccolato e, con un connetto di carta, disegnare le pupille. Impastare il marzapane rimanente, meno una pallina, con una bustina e mezzo di zafferano ed usarlo per modellare zampe e becco. La metà superiore del becco va modellata su un matterello, in modo che,una volta asciugato il marzapane, il becco risulti aperto. Impastare il restante marzapane con la mezza bustina di zafferano ed usarlo per modellare la lingua. Sformare le due mezze sfere, accostarle, in modo da formare corpo e testa della papera. Eliminare la crosta dal pds rimasto e sbriciolare la mollica così ottenuta; stendere un velo di crema sulle due semisfere e farvi aderire le briciole di pds, come si fa per la torta mimosa. Posizionare occhi, zampe e becco .

mercoledì 13 giugno 2012

Frugando nel mio archivio

E' inevitabile: in questi primi post camperò un po' di rendita, attingendo al materiale che c'è nel mio personale archivio di ricette. Non me ne vorrete, spero, se proporrò dei piatti che ho già pubblicato altrove. Confido che, tra quanti passeranno di qui, ci sia qualcuno che non  li conosca già. Ma prometto di mettermi ai fornelli quanto prima per tirar fuori qualcosa di nuovo. In effetti, ieri sera, quasi non riuscivo a prender sonno, pensando alle nuove idee 

che mi frullavano per il capo...
Questa ricetta l'avevo creata per partecipare ad un contest che, ovviamente, non ho vinto, ma i ravioli erano proprio buoni e la mia famiglia li ha molto apprezzati.
P.S. nel mio archivio ci sono ricette, come quella di ieri, che non sono state fotografate da me, ma da Lydia di Tzatziki a colazione e da Giovanna di Lost in kitchen, per cui, se vedete delle foto perfette le hanno scattate loro, altrimenti vuol dire che son mie...

Ravioli di zucchine in guazzetto di vongole e grana padano




Ingredienti e preparazione
Per 2 persone: Farina 00 80 g.; Semola di grano duro 20 g; 1 uovo. 

Con questi ingredienti, preparare la pasta per i ravioli.  
Prendere 250 g di zucchine col fiore e tagliarle a dadini,tenendo da parte il fiore. Far rosolare mezzo spicchio d’aglio tritato in un cucchiaio d’olio, aggiungervi le zucchine e salare; quando saranno ben tenere, aggiungere un cucchiaio di grana grattugiato, una spolverata di pepe di mulinello e schiacciarle grossolanamente con una forchetta. Stendere la pasta, ricavarne dei dischi, poggiare su ognuno un po’ di ripieno di zucchine e chiudere i ravioli a mezzaluna. In una larga padella, soffriggere mezzo spicchio d’aglio tritato in 2 cucchiai di olio, aggiungervi 500 g, di vongole e farle aprire; sgusciare le vongole, tenendone da parte 5-6 per la decorazione. Lessare i ravioli e,quando saranno cotti, scolarli e metterli nella padella con le vongole sgusciate e il loro sughetto, che va tenuto un po’ brodoso, aggiungere 3 cucchiai di grana, un trito di prezzemolo e farli saltare per un minuto. A parte, tagliare il verde di una zucchina a julienne, infarinare i bastoncini e friggerli in olio bollente. Impiattare i ravioli,condirli col guazzetto di vongole e decorare il piatto con i bastoncini di zucchina fritta e con un fiore di zucca aperto a ventaglio

martedì 12 giugno 2012

LA PRIMA RICETTA!

Ebbene si, dopo essermi baloccata per almeno due anni con l'idea, dopo essermi impuntata sulla ricerca del nome, dopo essermi ripetuta più volte "ci manca solo un ennesimo blog", grazie all'affettuoso incoraggiamento delle amiche dell' MTC Fan Club e all'aiuto concreto di Rosaria di http://sosidolcesalato.blogspot.it/, bloggo anch'io!
Ed è con un po' di trepidazione che pubblico il mio primo post. Ho scelto una mia ricetta che è già circolata sul web,ma alla quale sono molto legata, perchè mi ha sempre dato grandi soddisfazioni,una di quelle ricette che piacciono sempre e che,in più, ha il pregio di rimandare ad una delle preparazioni più sontuose della cucina della mia città: il sartù di riso.

SARTU' DI MARE


Ingredienti


400 g di riso Roma

500 g di gamberetti
500 g di cozze
250 g di salmone
600 ml di latte
1 carota
½ cipolla
1 gambo di sedano
120 g di burro
120 g di farina
1 albume
Scorza di mezzo limone
Prezzemolo
Sale
Pepe
Pan grattato
Mettere in una pentola con l’acqua cipolla, carota, sedano e le teste dei gamberetti. Far cuocere almeno 1 ora e filtra. Cuocere i gamberetti per un paio di minuti nel fumetto e scolarli.
A parte, far aprire a fuoco vivace le cozze, sgusciarle e conservarle coperte con un po’ del loro liquido filtrato; aggiungere il resto del liquido al brodetto.
Frullare la polpa di salmone fresco con 1 albume, prezzemolo e scorza di limone grattugiata; con le mani inumidite, formare delle polpettine, che verranno rotolate nella farina.
Portare a bollore metà del brodetto e scottare rapidamente le polpettine di salmone. Fare una “béchamel”, sostituendo metà del latte con il brodetto rimasto (es. 600 ml latte, 600 ml. brodetto, 120 g burro, 120 g. farina). Quando è pronta, aggiungere abbondante prezzemolo tritato.
Lessare il riso, scolarlo molto al dente e condirlo con metà della béchamel. Imburrare uno stampo a ciambella e rivestire le pareti con parte del riso; versare nello stampo i gamberetti sgusciati, le polpettine e le cozze, mescolati con parte della béchamel rimasta (conservare 4 cucchiai di béchamel ed un po’ di ripieno). Chiudere con altro riso.
Infornare, e, quando lo si sforma, mettere nel buco centrale il ripieno messo da parte e nappare con la béchamel.